La Gazzetta dello Sport

Muore Manson, guru sanguinari­o Fece uccidere sette persone

Il mandante della strage del ‘69 in cui morì la Tate Era ormai parte della cultura pop

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Criminale, simbolo stesso dell’essere criminale, al punto che la cultura pop lo ha fagocitato: Charles Manson, 83 anni, è morto per un’emorragia intestinal­e in un ospedale in California, lo stesso Stato in cui ha trascorso 45 anni recluso in una prigione statale. Scosse gli Stati Uniti nell’agosto del 1969 con una sanguinosa spirale di violenza in cui lui e i suoi seguaci, noti come «la famiglia Manson», uccisero sette persone. Tra gli assassinat­i c’era l’attrice Sharon Tate, che stava per dare alla luce il suo primo figlio, frutto della sua relazione con il regista Roman Polanski. Figlio di una prostituta che arriva a venderlo a una cameriera in cambio di una birra (ma poi lo riportaron­o a casa), cresciuto rimbalzand­o fra parenti, amici e istituti di correzione, commette il suo primo reato federale a 16 anni. Più tardi, tramontato il sogno di diventare un musicista (dirà di trarre ispirazion­e sanguinari­a dalla canzone Helter Skelter dei Beatles, che per lui contiene messaggi inerenti ad una guerra razziale), studia negromanzi­a, magia nera, esoterismo.

ATTRAZIONE Qui nasce l’idea di fondare la setta con cui gira gli Stati Uniti e che si rende protagonis­ta di uno degli omicidi più efferati della storia americana. Manson e i suoi complici vengono condannati a morte, poi - quando nel 1972 la Corte Suprema sospende le esecuzioni in California - la sentenze capitali sono commutate in sette ergastoli, tante come le vittime. Uccise per un movente mai del tutto chiarito, al di là della follia del loro ispiratore. Arrestato nel 1969, sotto processo dall’anno dopo, a Manson viene negata per dodici volte la scarcerazi­one. Nel 2014 ottiene il permesso di sposare in carcere la allora 26enne Afton Elaine Burton. Salta tutto: la donna ha deciso di unirsi a lui solo per ottenerne il cadavere dopo la morte e farne una attrazione turistica. Fra serie tv ( Aquarius), cinema (nei mesi scorsi si era parlato di un progetto sulla scrivania di Quentin Tarantino), documentar­i (l’ultimo è Life After Manson, del 2014) e musica (il cantante Marilyn Manson, che ieri ha commentato la notizia su Twitter), la figura di questo criminale è entrata nell’immaginari­o comune e ha segnato un punto simbolico nella controcult­ura degli Anni 60 e del movimento hippie.

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REUTERS Charles Manson nel 2011

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