La Gazzetta dello Sport

Springboks, un anno dopo «Saranno duri e feroci» La rivincita

L’Italia sfida il Sudafrica a Padova, nel 2016 lo storico successo di Firenze Parisse: «Prevedo poco spettacolo». Euganeo esaurito: 32.000 spettatori

- Nicola Melillo INVIATO A PADOVA

«Prima cosa: dimenticar­e un anno fa». E’ l’imperativo affidato all’Italia da O’Shea. Ma è impossibil­e dimenticar­e per gli Springboks. E qui, c’è molto del match che si giocherà oggi a Padova, sotto un previsto acquazzone. Per l’Italia è una questione di rispetto — conquistat­o col 20-18 storico del 19 novembre 2016 a Firenze —, per gli Springboks in gioco c’è l’onore. Il c.t. sudafrican­o, Allister Coetzee, è in paranoia, a Città del Capo c’è chi lo dà fuori dai giochi dopo il match col Galles, fra 7 giorni. Perché la vittoria di sabato scorso con la Francia vale quanto un cucchiaino di zucchero versato in un bicchiere di cicuta. Il Sudafrica che gioca in uno Stadio Euganeo con tutti i 32mila posti occupati, è senza dubbio più consistent­e di quello battuto un anno fa. Ma loro, nel tunnel in cui anche la banda di O’Shea li ha cacciati, ci sono ancora dentro. Il rispetto guadagnato battendoli al tentativo numero 13, dopo batoste epiche (scarto minimo 16 punti, quello massimo 101...), ha spinto Coetzee a cambiare il meno possibile: «Non posso permetterm­i di fare esperiment­i». Tutto questo significa che per gli azzurri l’ultimo dei tre test match novembrini diventa il più duro. Fisicament­e, tatticamen­te, psicologic­amente.

IL MATCH Inutile girarci intorno. Questo Sudafrica, in paranoia o meno, resta la quinta potenza mondiale, noi al momento siamo al 13° posto. Loro quest’anno hanno vinto 6 delle 11 partite giocate, pareggiand­one 2 con l’Australia. Noi siamo a una vittoria su 10 match e a sportellat­e cerchiamo di costruire un futuro azzurrissi­mo. Parisse, che tocca quota 130 caps, di cui 81 da capitano, ieri ha letto la partita: «Sotto la pioggia sarà una partita chiusa, certo non spettacola­re. Saranno decisive le fasi di conquista, con mischie e touche. Il lavoro dei trequarti sarà fondamenta­le in difesa». L’Italia ha iniziato a raccoglier­e frutti preziosi, oggi schiera accanto al capitano tanto del nostro futuro. Perché il 20enne Licata, alla prima da titolare, è l’ultimo di una serie di ragazzi che la maglia se la sono conquistat­a e l’hanno mantenuta sul campo. Ma allora? Si può fare il bis a 371 giorni di distanza?

I DUBBI La parola magica è “certezze”. Gli Springboks ne hanno sempre meno. Con l’Italia. Che ha messo nella loro testa tanti dubbi. Prima di batterli un anno fa, nel 2014 proprio a Padova gli azzurri persero 22-6 dopo che al 60’ si era sul 6-8. Gli Springboks nel 2017 sono tornati a vincere, ma le sei vittorie sono arrivate solo con l’Argentina (2 volte) e contro una Francia in crisi (4 volte). Il tutto periodicam­ente mostrando in momenti chiave problemi di disciplina, deficit nel gioco aereo e al piede, incapacità di dare la scossa a un match. Con l’Irlanda hanno perso 38-3 giocando una partita feroce all’attacco, ma la difesa ordinata e straordina­ria irlandese li ha fermati, facendoli sbattere su un muro. La stessa ferocia degli Springboks ha fatto male a una Francia un po’ così, che ha però sfiorato la rimonta nel finale.

COSA SERVE E’ una questione di qualità individual­i, fitness, cultura, abitudine al rugby di primo piano. Sarà durissima per Parisse e compagni. I numeri dei primi due test match, con Figi e Pumas, dicono che gli azzurri in un anno sono migliorati sotto il profilo del possesso, del territorio, dei passaggi portati a termine, dei difensori battuti e degli offloads. Quella di oggi a Padova è la prova del 9: di fronte a un pack che ha recuperato Etzebeth e du Toit, con campioni del calibro di Vermeulen e Mtawarira, l’indiscipli­na e il calo nel finale potrebbero costare un prezzo altissimo. Guardando al presente e anche al futuro. Lasciare tanti dubbi nella loro testa potrebbe valere un’enormità il 4 ottobre 2019, a Shizuoka, quando questo match avrà in palio i quarti di Coppa del Mondo.

 ?? FAMA ?? L’azzurro Abraham Steyn, 25 anni, nel match con l’Argentina
FAMA L’azzurro Abraham Steyn, 25 anni, nel match con l’Argentina

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy