SPALLETTI A PETTO IN FUORI «NOI GRANDE SQUADRA ANCHE NELLA SOFFERENZA»
«Ora offro una cena a tutto il gruppo. Candreva? Non deve ascoltare quel che si dice fuori dallo spogliatoio...»
Ci sono tante belle cose in questa notte indimenticabile per l’Inter che, anche se dovesse durare lo spazio di una notte, è felice di stare lassù davanti a tutti nel blu dipinto di blu del cielo sopra Cagliari: la certezza Icardi, il rilancio di Santon, la sicurezza Handanovic, la ragion pratica, il cinismo. Ma c’è soprattutto la consapevolezza. La consapevolezza di essere tornati grandi. Adesso è inutile fare calcoli ma è azzardabile qualche pensierino più ambizioso. Perché che l’Inter arrivi tra le prime quattro e riprenda a giocarsi la Champions è un dato tutt’altro che teorico. Se nella serata in cui soffri un Cagliari che ti pressa altissimo, non ti fa ragionare, manca il vantaggio e gioca per 28 minuti a un ritmo elevatissimo, tu alla prima azione lo punisci e poi lo mandi definitivamente al tappeto vuol dire che sei una grande squadra.
BRAVI NELLA TEMPESTA «Alla squadra faccio tanti complimenti. Un’Inter grande anche nei momenti di sofferenza che si è assestata bene. Non siamo abituati a difendere al limite dell’area e qualcosa abbiamo dovuto sistemare» attacca Luciano Spalletti, il «capo macchina». «Abbiamo giocato una partita da squadra forte contro la determinazione dei giocatori del Cagliari che in ogni duello si buttavano nel fuoco. Nella ripresa poi siamo tornati a far vedere un buon calcio e siamo tornati a quattro riuscendo a gestire, a costruire dal basso, trovando palleggio, manovra e misure. Abbiamo variato una costruzione del gioco partendo da una difesa a 3 e una partendo da una difesa a 4, in fase di non possesso abbiamo sempre difeso a quattro». La squadra nerazzurra è imbattuta in stagione, con una formazione blindata, una fascia destra che macina chilometri e cross. È vero, Cagliari è terreno fertile, qui la sconfitta nerazzurra così come il pari manca dal 2013. Nello scorso torneo l’Inter di Pioli ne fece 5, stavolta ne ha fatti tre e c’è stata ancora la firma di quel Mauro Icardi che il popolo nerazzurro ora vuole a vita («Ha preso un colpo all’inizio e ci siamo dovuti abbassare» ha sottolineato Spalletti) e al quale l’allenatore ha pure concesso una passerella strappa applausi nel recupero inserendo Eder.
L’APPLAUSO Ma Luciano da Certaldo si sofferma più su Antonio Candreva che qualcuno recentemente ha messo in discussione: «Lui deve ascoltare noi perché sappiamo chi e cos’è per l’Inter, è un calciatore che ci interessa parecchio. Non deve ascoltare quel che si dice fuori dallo spogliatoio». Ora alla squadra il tecnico offrirà una cena: «A tutta la squadra, non solo a qualcuno». Poi ci sarà il Chievo con chi sostituirà gli squalificati Miranda e Gagliardini. «Da loro (Ranocchia e Joao Mario?) mi aspetto un atteggiamento in linea con quello che mi hanno fatto vedere durante gli allenamenti. Ma posso mettere centrale anche D’Ambrosio».