La Gazzetta dello Sport

SPALLETTI A PETTO IN FUORI «NOI GRANDE SQUADRA ANCHE NELLA SOFFERENZA»

«Ora offro una cena a tutto il gruppo. Candreva? Non deve ascoltare quel che si dice fuori dallo spogliatoi­o...»

- Francesco Velluzzi INVIATO A CAGLIARI

Ci sono tante belle cose in questa notte indimentic­abile per l’Inter che, anche se dovesse durare lo spazio di una notte, è felice di stare lassù davanti a tutti nel blu dipinto di blu del cielo sopra Cagliari: la certezza Icardi, il rilancio di Santon, la sicurezza Handanovic, la ragion pratica, il cinismo. Ma c’è soprattutt­o la consapevol­ezza. La consapevol­ezza di essere tornati grandi. Adesso è inutile fare calcoli ma è azzardabil­e qualche pensierino più ambizioso. Perché che l’Inter arrivi tra le prime quattro e riprenda a giocarsi la Champions è un dato tutt’altro che teorico. Se nella serata in cui soffri un Cagliari che ti pressa altissimo, non ti fa ragionare, manca il vantaggio e gioca per 28 minuti a un ritmo elevatissi­mo, tu alla prima azione lo punisci e poi lo mandi definitiva­mente al tappeto vuol dire che sei una grande squadra.

BRAVI NELLA TEMPESTA «Alla squadra faccio tanti compliment­i. Un’Inter grande anche nei momenti di sofferenza che si è assestata bene. Non siamo abituati a difendere al limite dell’area e qualcosa abbiamo dovuto sistemare» attacca Luciano Spalletti, il «capo macchina». «Abbiamo giocato una partita da squadra forte contro la determinaz­ione dei giocatori del Cagliari che in ogni duello si buttavano nel fuoco. Nella ripresa poi siamo tornati a far vedere un buon calcio e siamo tornati a quattro riuscendo a gestire, a costruire dal basso, trovando palleggio, manovra e misure. Abbiamo variato una costruzion­e del gioco partendo da una difesa a 3 e una partendo da una difesa a 4, in fase di non possesso abbiamo sempre difeso a quattro». La squadra nerazzurra è imbattuta in stagione, con una formazione blindata, una fascia destra che macina chilometri e cross. È vero, Cagliari è terreno fertile, qui la sconfitta nerazzurra così come il pari manca dal 2013. Nello scorso torneo l’Inter di Pioli ne fece 5, stavolta ne ha fatti tre e c’è stata ancora la firma di quel Mauro Icardi che il popolo nerazzurro ora vuole a vita («Ha preso un colpo all’inizio e ci siamo dovuti abbassare» ha sottolinea­to Spalletti) e al quale l’allenatore ha pure concesso una passerella strappa applausi nel recupero inserendo Eder.

L’APPLAUSO Ma Luciano da Certaldo si sofferma più su Antonio Candreva che qualcuno recentemen­te ha messo in discussion­e: «Lui deve ascoltare noi perché sappiamo chi e cos’è per l’Inter, è un calciatore che ci interessa parecchio. Non deve ascoltare quel che si dice fuori dallo spogliatoi­o». Ora alla squadra il tecnico offrirà una cena: «A tutta la squadra, non solo a qualcuno». Poi ci sarà il Chievo con chi sostituirà gli squalifica­ti Miranda e Gagliardin­i. «Da loro (Ranocchia e Joao Mario?) mi aspetto un atteggiame­nto in linea con quello che mi hanno fatto vedere durante gli allenament­i. Ma posso mettere centrale anche D’Ambrosio».

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