Verona, segnali di vita Due gol e Bucchi inguaiato
5 k.o. di fila, l’Hellas trova punti pesanti e aggancia il Genoa Sassuolo sempre più giù, il tecnico rischia: Iachini in pole su Reja
Presto per capire se sono stati i 90’ di svolta nella corsa alla salvezza. Di sicuro la vittoria del Verona sul campo del Sassuolo ha portato una mini-rivoluzione: al fischio d’inizio la panchina di Fabio Pecchia è incandescente, ma al fischio finale è il tecnico emiliano Cristian Bucchi quello con la valigia in mano, a un passo dall’esonero. Il Sassuolo si è preso una notte di tempo per dormirci su, ma l’aria al Mapei Stadium era pesantissima, la prova della squadra a tratti imbarazzante e i fischi dei tifosi alla fine molto eloquenti. Urge una scossa e - se così sarà - Giuseppe Iachini (l’alternativa è Reja) sembra il profilo giusto per far ripartire questo Sassuolo, ancora a secco di vittorie interne in campionato, con un solo gol all’attivo nel proprio stadio. Ma soprattutto senza un’identità di gioco né un’anima. E così non si va lontano.
I MOTIVI Il processo al Sassuolo è doveroso, così come è giusto sottolineare l’ottima prestazione del Verona, da ieri sera al terzultimo posto e a un solo punto dalla salvezza. Il successo firmato dai gol di Bruno Zuculini e Verde porta la faccia di Pecchia e il «braccio» di Alessio Cerci, decisivo nell’inedita posizione di falso nove. «Lo voglio più vicino alla porta – ha detto poi Pecchia -. Inutile fargli spendere energie in fascia ora, visto che viene da due anni in cui ha giocato poco. Per noi è un valore aggiunto». L’intuizione di Pecchia è stata la chiave del successo dell’Hellas, che ha sfondato principalmente a destra dove Cerci si allargava a prendere palla per offrirsi da sponda alle incursioni centrali di Valoti e Romulo, o per premiare le sovrapposizioni di Caceres. Emblematica l’azione del vantaggio: Cerci ha messo a sedere Peluso (da match winner a Benevento ad anello debole ieri sera) e dal fondo ha trovato la deviazione di Valoti che ha azionato la carambola chiusa in rete da Bruno Zuculini. Il raddoppio di Verde è stato da manuale: sponda di Cerci, lancio di Romulo, controllo dolce dell’esterno che poi ha fulminato Consigli in uscita. Primo tempo dominato dall’Hellas, come sottolineano i numeri: nessun tiro nello specchio subìto, due gol segnati e almeno altre tre limpide occasioni da gol create, con Valoti in questo caso protagonista in negativo.
DENTRO LA CRISI Il Verona ha ritrovato così il successo dopo cinque sconfitte consecutive, rilanciando le ambizioni di salvezza e rinsaldando – malgrado i cori dei tifosi – la panchina di Pecchia. Per il Sassuolo la nona sconfitta in campionato (quinta in casa) risulta ancora più pesante analizzando la ripresa, dove malgrado la superiorità numerica (rosso a Heurtaux) non è mai riuscito a cambiare marcia, intrappolato in un gioco scolastico e privo di idee, con Berardi misteriosamente vittima di una involuzione tecnica allarmante. Per ripartire il Sassuolo ha bisogno di ritrovare il suo talento, a prescindere da chi sarà l’allenatore in panchina.