La Gazzetta dello Sport

Russia e Croazia flop, senza big è strana Europa

La Grecia fatica con la Gran Bretagna La Lituania stacca il Kosovo nell’ultimo quarto. Solo Spagna e Serbia dominano

- m.o.

Dobbiamo abituarci, metter mano alla tastiera e andare sui siti specializz­ati per conoscere chi sono i giocatori che scendono in campo nelle ormai famigerate finestre per le nazionali. Già, perché se qualcuno ha visto giocare la Spagna contro il Montenegro, avrà pensato d’aver sbagliato canale. Il quintetto di Scariolo era infatti formato da Llovet, Jaime Fernandez, Colom, Rabaseda, e – unico nome noto ai più – il 34enne Fran Vazquez. Non esattament­e i fratelli Gasol, Rudy, Llull, Rubio o Sergio Rodriguez. Anzi, nessuno dei convocati rientra nei primi 29 della lista di merito composta da Jorge Garbajosa, ex lungo trevigiano ora presidente della federazion­e iberica. Ah, per la cronaca, hanno dominato in casa del Montenegro...

SENZA BIG Senza entrare per la milionesim­a volta nella polemica Eurolega-Fiba sul calendario internazio­nale, prendiamo atto che per ora la situazione questa è, e che quindi i valori consolidat­i nel tempo vanno cestinati. Dei 56 giocatori europei in Nba assenti nel 1° turno delle qualificaz­ioni, 13 erano stati i migliori realizzato­ri della loro nazionale a Eurobasket 2017. E dei 151 d’Eurolega, solo 13 sono scesi in campo venerdì. Oltre alla citata Spagna, anche la Francia non ne aveva neppure uno dei 12 del roster di settembre. La scelta di Baumann, segretario generale Fiba, ha portato a un livellamen­to dei valori, ma anche a una presa di coscienza dei movimenti. Chi ha giocatori di seconda fascia (senza offesa per i diretti interessat­i) superiori, quindi un bacino più ampio da cui attingere (e torniamo ancora – guarda caso – alla Spagna), resta a galla. Chi invece si trova nudo alla palla a due, fa figuracce, ammesso che le si possano definire tali. La Russia (pur con i 3 del Cska, Fridzon, Kulagin e Antonov), perde in Bosnia. La Croazia, avversaria odierna degli azzurri, priva dei vari Bogdanovic, Saric, Bender, Simon, cade in Olanda, che di stelle non ne ha e quindi era al completo, pur nella sua presunta modestia. Alla Grecia orfana di Antetokoun­mpo, Calathes, Printezis, Papanikola­ou e Sloukas, è servito un supplement­are per piegare la Gran Bretagna. Persino la Lituania si è fatta spaventare dal Kosovo. Alla pausa si era sul 35 pari, solo il 39-14 dell’ultimo quarto ha reso lo scarto pesantissi­mo (+38). I protagonis­ti della prima giornata? Draznan Musa, trascinato­re della Bosnia con 18 punti, Yannick Franke, il trentino che con 24 punti si è messo sulle spalle l’Olanda. Melih Mahmutoglu, top scorer della Turchia nel successo sulla Lettonia, Vlatko Cancar, migliore in campo per la Slovenia, Edwin Jackson, miglior realizzato­re nel 70-59 della Francia in Belgio, e Ioannis Athinaiou, autore della tripla decisiva in overtime per la Grecia. Questo passa il convento Baumann.

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Draznan Musa, 18 anni, 202 cm, ala bosniaca del Cedevita

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