La Gazzetta dello Sport

E’ un’Italia gigante La Leonessa Manu è ancora sul podio

A Killington è terza come a Soelden, rivince la Rebensburg. Ottima Brignone al rientro, 5a, male Bassino e Goggia

- Massimo Lopes Pegna INVIATO A KILLINGTON (USA)

Quando annunciano il suo nome per il terzo gradino del podio Manuela Moelgg ci sale di corsa. Come se fosse un autobus da prendere al volo, perché a 34 anni non si sa quante altre volte frenerà alla sua fermata. Intanto, però, è come se l’azzurra avesse acquistato un abbonament­o più che un biglietto, perché dopo il terzo posto nel gigante di apertura di Soelden, Manuela ha raddoppiat­o. Appena tagliato il traguardo aveva alzato i pugni, sfogato la grinta da leonessa. Dice euforica: «Sì, leonessa dentro, ma anche un po’ tigre della Malesia».

LUCE VERDE Rispetto a Soelden, dove comandava dopo la prima manche, qui non ha perso posizioni: «Ero terza e quando ho visto la luce verde sul tabellone, ho avuto la certezza del podio». Le rubano la scena solo la tedesca Viktoria Rebensburg, che raddoppia pure lei (due successi nei primi due giganti) e Mikaela Shiffrin, distanziat­a però di oltre mezzo secondo (67/100), che per sua stessa ammissione alla vigilia ha perso un po’ di fiducia. La campioness­a Usa, che è cresciuta a un paio d’ore da questo luogo nelle montagne del Vermont, sperduto ma intrigante, è ancora a secco di vittorie e chissà che non stia diventando più umana.

LA SQUADRA Manuela non è l’unica leonessa, dietro ruggisce l’intera squadra. Dopo la prima manche, nelle prime nove c’era una chiazza tricolore: Moelgg terza, Brignone sesta, Bassino settima, Goggia ottava. Bassino sbagliava qualcosa di troppo, Goggia non è ancora al top, e nella seconda retrocedev­ano al dodicesimo e quindicesi­mo posto. Mentre avanzava Brignone fino al quinto. E sono buone notizie, perché Fede rientrava dopo un lungo infortunio che le aveva impedito di sciare per quasi due mesi, saltando anche Soelden. Con la sua solita allegria diceva: «Sono felice perché per un mese intero sono stata seduta su un divano. Insomma, facevo fisioterap­ia e poco altro». E aggiungeva: «È stata una sorta di liberazion­e, perché la prima gara dopo tanto tempo la senti». Mentre Sofia Goggia era consapevol­e di aver sciato male: «Con questi distacchi, non posso essere contenta. Ma sono nel giusto stato mentale e sono certa che i risultati arriverann­o».

ZIA MANUELA Tutte erano compatte, però, nel lanciare un grande augurio a Manuela, la chioccia del gruppo. Già zia Manuela che al termine della stagione scorsa voleva smettere. A parte il terzo posto nel gigante di Semmering a fine dicembre 2016, non andava su un podio da quasi sei anni. C’era la solita schiena a torturarla e l’età che incalzava inesorabil­e. Allora si era messa a sedere con suo fratello Manfred e ne avevano parlato. Racconta: «Vado o non vado? Poi ho deciso di andare e significa a tutta forza, non per galleggiar­e». Decisione già ripagata dai fatti.

PER IL TRIS Ma la leonessa (o tigre) mica si ferma qui. Chiarisce: «Eh no che non mi fermo, mi sento bene. Ho avuto un’estate fantastica, anche la schiena fa la brava. Mai ero salita sul podio in due gare consecutiv­e e ora voglio il tris. Magari già domani (oggi, ndr) in slalom, perché non sono male neppure in questa disciplina:

mi mancano un po’ di chilometri. E questa pista ripida mi fa venire l’acquolina in bocca». Aveva avuto buone sensazioni già alla vigilia. Spiega: «L’anno scorso c’era neve molle, non faceva per me. Invece giovedì appena l’ho testata e l’ho sentita dura e ghiacciata ho avuto un feeling stupendo».

NESSUNA TENSIONE Ora tiene anche la mente e non si fa tradire dall’emozione. A Soelden c’era stato un piccolo passo indietro dopo la prima manche, mentre qui mai un tentenname­nto. Dice: «Perché adesso sono tranquilla, la mia carriera l’ho già fatta, scio serena e senza pressioni: tutto quello che arriva è guadagnato». E così è scesa attaccando come chi a 34 anni non ha un futuro ma solo un presente da godersi fino all’ultima stilla di tempo.

SOGNO COREANO Si guarda intorno, ha un sorriso meraviglio­so Manuela: «Sì, il futuro è adesso. Con due podi voglio vedere se non mi mandano all’Olimpiade. Ho dei conti da regolare: la vittoria che non sono mai riuscita a conquistar­e. E se arrivasse proprio ai Giochi?». Che male c’è a sognare quando sgomiti con le migliori al mondo e scopri che sei ancora lì e nessuna riesce a toglierti dai piedi.

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