Fiducia O’Shea «Loro più forti, noi su strada giusta»
L’irlandese guarda avanti: «In queste mese siamo cresciuti, penso già al Sei Nazioni»
Mentre gli Springboks cantano nello spogliatoio, 20 metri più in là, Conor O’Shea alza il petto e rilancia con forza il suo progetto, con una parola che ripete più volte: «Resilienza. Questa è la nostra parola d’ordine ora. Il Sudafrica è più forte di noi, è stata una partita difficile e fa male non aver raccolto niente dopo aver attaccato con tanto coraggio. Ma non molliamo, guardiamo partita dopo partita quello che c’è di buono. Per 20’, fino al 7-6, siamo stati lì, vivi e lo siamo rimasti anche quando abbiamo subito altre mete. Quei 20’ sono stati i migliori di tutti i tre match di novembre».
FUTURO Al c.t. si fa notare che portare a casa una sola meta tra Figi, Argentina e Sudafrica deve suonare come un campanello d’allarme. Lui ribatte: «Guardate la nostra situazione fisica. I ragazzi hanno tenuto per 80’ nonostante una battaglia dura. E ciò nonostante hanno insistito finché non è finita. Gli avanti sudafricani sono tra i migliori al mondo. Non si può dimenticare. Anche mentalmente questi sono segnali incoraggianti. Non abbiamo segnato ed è un problema, ma abbiamo creato occasioni. Andate a rivedere il passato, fate il confronto nell’atteggiamento e nella capacità di costruire azioni pericolose. Da questo mese torniamo più forti, siamo cresciuti, alcuni ragazzi hanno vissuto grande rugby, hanno compreso che possono essere a questo livello e sanno dove e come migliorare. Il mondo si aspettava da 20 anni progressi significativi dal rugby italiano, stanno arrivando tardi, ma stanno arrivando e il lavoro pagherà alla Coppa del Mondo in Giappone. Pian piano ci siamo. E ora la mia testa è già al debutto nel Sei Nazioni con l’Inghilterra. Con un gruppo più ampio, con giocatori che insieme sono cresciuti. Ho molta più scelta rispetto a un anno fa. Vogliamo fare qualcosa di speciale e per farlo dobbiamo continuare a crescere. Licata è stato incredibile, con i vari Minozzi e Giammarioli è il futuro».