La Gazzetta dello Sport

Viola: 1-1 con la Var al 94’ La Lazio frena e protesta

In vantaggio con De Vrij, poi Massa al fotofinish dà il rigore alla Fiorentina che scatena le polemiche. Pari di Babacar

- Andrea Elefante ROMA

Dunque la Lazio non è del tutto guarita dal virus derby (perso). Dunque la Fiorentina, ora che per la prima volta non ha preso solo schiaffi da chi la precede in classifica, forse ha deciso di alzarsi una volta per tutte dal letto della sua convalesce­nza. Azzardiamo: tre settimane fa la squadra di Inzaghi non avrebbe mai pareggiato una partita così, e quella di Pioli neanche. Invece, tutto sommato, è giusto che questa sfida di ping pong prestato al calcio - indiavolat­o nel primo tempo, poi più frenetico e disordinat­o - sia finita così. Anche se decisa dalla Var. Intervenut­a per decretare il rigore dell’1-1: sciagurato rinvio di Caicedo sulla gamba di Pezzella, che prima del ricorso alle immagini video aveva sfiorato il fantagol in acrobazia. E non attivata - ha protestato la Lazio - per un fallo su Parolo che le poteva dare il 2-0.

ERRORI E CORAGGIO Giusto perché alla fine gli errori si sono compensati, visto che l’azione dell’1-0 (14° gol su palla inattiva della Lazio) aveva colto Pezzella - non coordinato con gli altri della linea difensiva e bruciato dall’inseriment­o con capocciata di De Vrij - nell’unico sbandament­o della sua gara. Giusto perché ci sono numeri (8 tiri nello specchio concessi) che fanno riflettere la Lazio, e anche segnali di flessione di alcuni suoi interpreti chiave: Parolo, Milinkovic, anche Leiva e Immobile. Giusto perché la Fiorentina per una volta può guardare oltre l’anonimato stanco della sua classifica, senza sentirsi il solito inno alla discontinu­ità: ieri ha mantenuto la media trasferta, 8 punti in otto gare, ma l’ottavo pesa molto più degli altri. Perché è nato dal coraggio di guardare negli occhi la Lazio non solo per il possesso palla quasi pareggiato; dalla capacità di tenerla lì fino alla fine senza concederle il raddoppio e di reggere fisicament­e la gestione dispendios­a della gara che aveva scelto.

RIPARTENZE Recuperato Thereau per far soffrire meno di solitudine Simeone, Pioli aveva scelto di rubare l’idea alla Roma del derby, e alla Lazio stessa, provando a spostare verso Strakosha il ring di centrocamp­o. Difesa alta, pressing furioso sui tre centrali e su Leiva, tourbillon e sacrificio difensivo dei tre attaccanti combinato con il movimento ad accorciare in avanti, e a ripiegare su Milinkovic e Parolo, di Benassi e Veretout. Voi giocate a ripartire? Proviamo anche noi. Il problema è che la Viola non l’ha mai fatto davvero bene, pur avendole lasciato la Lazio spazi e possibilit­à impreviste. E che dall’altra parte il cinismo che le era mancato l’aveva avuto Luis Alberto. Sempre più centro di gravità della Lazio, tanto più adesso che riesce ad essere un po’ meno verticale forse perché un po’ più conosciuta.

SVENTURATO Oggi lo spagnolo non è più solo catapulta delle ripartenze: è la qualità che esalta la fisicità della squadra. La Fiorentina, come da missione, ha limitato i rifornimen­ti a Immobile, ma facendo uscire più di una volta uno dei centrali viola lo spagnolo ha aperto spazi per gli inseriment­i dei compagni, oltre ad ispirare gol e occasioni sparse. Non concretizz­ate, però. E la Lazio ha pagato proprio quando è uscito lui. E non solo perché al suo posto è entrato l’improvvido Caicedo.

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