La Gazzetta dello Sport

Lo United passa facile a Watford Mou incalza Pep

Young, rigenerato da Mourinho, mattatore con 2 gol alla squadra in cui è cresciuto. Red Devils a -5

- Stefano Boldrini INVIATO A WATFORD (INGHILTERR­A)

Cronaca di una «mourinhata» annunciata: l’amico-rivale che pagherebbe per batterlo, le celebrazio­ni in lungo e largo del Manchester City, i rilievi all’1-0 sul Brighton. In sintesi: il copione preferito di José per un godimento infinito. Il modo migliore per caricarlo. Detto, fatto: tre gol nei primi tre tiri in porta e vantaggio rassicuran­te, fondamenta­le nel finale in cui il Watford rialza la testa e con Deeney e Doucouré pensa di riaprire i giochi. Il poker di Lingard è straordina­rio, perché la corsa coast to coast, con slalom fra tre avversari e tiro, mette la parola «end». Hornets presi per le corna, colpiti e affondati. Silva seduto in panchina con lo sguardo perso nel vuoto. Il ragazzo un giorno si farà, ma intanto il vecchio Mou ribadisce di essere Mou. Uno dei migliori allenatori al mondo, sicurament­e il portoghese Number One.

YOUNG STAR Nella sfida lusitana, un protagonis­ta assoluto: il vecchio Ashley Young, ennesimo giocatore miracolato da Mourinho. Sembrava avviato verso un pensioname­nto tranquillo. Sbagliato: la stagione in corso ha rinviato il buon ritiro. Nato esterno alto e arretrato nel corso della carriera, il calciatore inglese ha ritrovato la nazionale e, come racconta il tabellino del match, anche il gol. L’ultima doppietta risaliva alla stagione 2011-2012. Contro il Brighton era andato vicino alla rete: una deviazione gli aveva negato la paternità dell’1-0. Stavolta non si sono dubbi e, tanto per ribadire le stravaganz­e del calcio, Young ha bastonato la squadra delle sue origini: ben undici anni con gli Hornets, da quando ne aveva 10 fino a 21. Il primo colpo al 19’: un destro da venti metri. Il secondo su punizione, al 25’: pallone all’incrocio e grandi celebrazio­ni di José. Della serie: guarda che ti sei inventato. Il Watford, che pure era partito bene, con una deviazione di Gray per scuotere dal freddo De Gea, è crollato. Botte così annientano i tori, figurarsi i calabroni. A ruota, il 3-0, con Martial, cercato da Lukaku: il tiro del francese ha fatto mangiare la polvere a Gomes, bravo ad evitare lo 0-4 sulla conclusion­e di Lingard al tramonto del primo tempo. La traversa di Richarliso­n, nel recupero, è stato un acuto isolato.

L’ILLUSIONE A questo punto, tanto per ribadire il concetto di squadra tanto caro a Mourinho, è cominciata la ricerca del gol di Lukaku, sublimato dall’occasione fallita dal belga ad un quarto d’ora dalla fine dopo un recupero in pressing di Rashford. Anche questo, lo spirito di gruppo, un film già visto. La novità è stata un’altra: il modulo 3-1-4-2 proposto dal portoghese, con Matic sentinella di fronte la difesa. Il serbo ha accusato un malanno muscolare ed è stato sostituito nella ripresa. Il rigore a favore del Watford, per l’atterramen­to di Pereyra, abbattuto da Rojo, è arrivato tardi: Deeney ha spiazzato De Gea. La rete di Doucouré, con un colpo di fioretto, ha illuso il popolo di casa solo per due minuti. Quando Lingard è partito palla al piede, mancava solo la musica di sottofondo dei film.

MOURINHO Una notte a meno 5 dal Manchester City, Mourinho però non fa baldoria: «Le due reti incassate in quei cinque minuti ci devono servire da lezione, anche se ad un punto avremmo potuto segnare il quarto, il quinto e il sesto gol. Lukaku? Non gli rimprovere­rò mai di fallire qualche occasione. S’impegna alla morte, per me va bene così».

Tre gol con i primi tre tiri in porta. Ancora una volta il Man. Utd ha fatto della concretezz­a la sua arma migliore

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LAPRESSE Ashley Young, 32, centrocamp­ista del Manchester United e autore di 2 gol contro il Watford

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