La Gazzetta dello Sport

Mago Pjanic Sfide e sfottò su punizione per battere di nuovo Reina

Mai a segno al San Paolo, ma al Napoli ha fatto gol da calcio da fermo con la Roma

- Fabiana Della Valle @FabDellaVa­lle

Una punizione può cambiare la partita e anche la classifica. Miralem Pjanic quest’anno ha deliziato i tifosi della Juventus una sola volta con il suo marchio di fabbrica (il destro che scavalca le barriere e inebetisce i portieri), ma quelli del Napoli difficilme­nte avranno dimenticat­o quanto il centrocamp­ista bosniaco sappia essere letale con i calci piazzati. Pjanic non ha mai segnato al San Paolo, però ha fatto tre gol agli azzurri, tutti con la maglia della Roma e quando dall’altra parte c’era ancora Gonzalo Higuain.

REINA, TI RICORDI? Il primo (18 ottobre 2013) fu una punizione calciata nei minuti di recupero del primo tempo con il solito connubio di eleganza ed efficacia, che si infilò nell’angolino alla destra di Reina. Il Pipita quel giorno era insolitame­nte in panchina: subentrò a Pandev nella ripresa, pochi minuti prima del raddoppio del bosniaco su rigore. Pjanic non indossa il 21 ma alla Juventus ha raccolto l’eredità di Andrea Pirlo. Fattore P, modi diversi di calciare ma per entrambi altissima percentual­e realizzati­va. Negli anni gialloross­i (2011-2016) è arrivato a 11 centri (10 in A e 1 in Champions League) con parecchie vittime illustri: oltre al Napoli, anche Inter, Juventus e Lazio. Da bianconero ne ha fatti 3 il primo anno (tra cui uno al Milan) e uno nella stagione in corso, in Champions League. Più o meno un mese e mezzo fa (18 ottobre), Pjanic ha rimesso in corsa Madama nel delicato match con lo Sporting: praticamen­te uno spareggio per gli ottavi per i bianconeri, che dopo l’autogol di Alex Sandro vinsero grazie alla carezza di Miralem e alla capocciata di Mandzukic.

STILE UNICO Mire, che a Vinovo si allena sfidando Dybala (uno col destro, l’altro col sinistro) e nel corridoio di casa si diverte col figlio Edin, un Buffon in versione mignon, ha già svelato in passato il segreto della punizione perfetta: prima la tecnica e poi la furbizia, perché ormai i portieri studiano bene i tiratori scelti e arrivano preparati all’appuntamen­to. Per questo è fondamenta­le saper variare il modo di calciare: sotto la barriera, sopra, a destra o a sinistra. Pjanic in questo è un maestro. Al Lione, quando era giovanissi­mo, ha avuto l’opportunit­à di allenarsi con Juninho Pernambuca­no. Da lui ha preso molto ma non tutto, perché Miralem ha un modo tutto suo di colpire il pallone. «Era pazzesco — ha raccontato Pjanic ricordando Juninho —. Calciava in tutti i modi, sapeva far volare la palla e trovava sempre lo specchio della porta. Lo ho osservato a lungo, ho provato a copiare il suo modo di calciare ma poi ho trovato un mio stile».

SFIDE E SFOTTÒ Juninho consigliò a Pjanic di ripetere il gesto in continuazi­one, perché è il modo migliore per migliorare e diventare continuo e costante nei calci da fermo, e lui ancora adesso dedica parecchio tempo alle punizioni. Da qui sono nate le sfide singole con Dybala e quelle di gruppo del «club del giovedì», quando non solo Paulo, ma anche Douglas Costa, Bernardesc­hi, Cuadrado e a volte anche Higuain si fermano con Mire per simulare i calci di punizione (con sagome al posto della barriera) e con il solo intento di batterlo per poi sfotterlo. Difficile: Pjanic vince spesso, anche se Dybala è un brutto cliente. «Calcia come Cristiano Ronaldo, Messi, Bale», lo ha incoronato tempo fa Juninho. Di sicuro ai portieri fa paura, ne sa qualcosa l’azzurro Reina. Pjanic si allena, studia e spera in una punizione da poter calciare dalla sua zolla preferita, visto che al San Paolo non ha ancora mai segnato.

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GETTY IMAGES Miralem Pjanic, 27 anni, secondo anno alla Juventus

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