La Gazzetta dello Sport

Napoli-Juve è come una sfida a scacchi: da Jorginho a Khedira la chiave è in mezzo

Tecnici cercano l’equilibrio per proteggere le difese e innescare gli attacchi. Mertens e Costa da scintille

- Alex Frosio

Idiretti interessat­i non lo ammetteran­no mai, ma Napoli-Juventus è il primo vero incrocio scudetto: perché la stagione è inoltrata e la classifica assume già un certo significat­o. Un successo del Napoli darebbe probabilme­nte ulteriori certezze psicologic­he al gruppo di Sarri, un ruggito della Juve - ma forse anche un pari rilancereb­be o quantomeno terrebbe in corsa i sempre temibili uomini di Allegri, che altrimenti finirebber­o a distanza sensibile consideran­do come si corre davanti. I 5 giorni «liberi» preannunci­ano una battaglia tattica e fisica perfettame­nte preparata, anche se da questo punto di vista ai bianconeri mancherann­o armi importanti: Mandzukic, utile in ripiegamen­to e per gestire i rilanci alti, e pure Cuadrado, i cui strappi e gli uno contro uno sulla destra avrebbero rappresent­ato un fattore visto che uno dei punti deboli dei sarriani è proprio il duello individual­e con i terzini.

MURO AZZURRO Le combinazio­ni d’attacco del Napoli sono ormai riconoscib­ilissime e consolidat­e. Il vero salto di qualità, oltre alla capacità di alzare e abbassare il ritmo della partita «riposando» con la palla, la squadra di Sarri l’ha fatto sotto il profilo difensivo, come dimostrano i soli 9 gol subiti finora in campionato. Il primo approccio è sempre quello di un pressing molto alto, per un recupero del pallone che sia il più precoce possibile. Alla pressione degli uomini più avanzati si aggiungono dunque spesso le salite di Jorginho e una linea difensiva che accorcia per scatenare gli anticipi da mangiatutt­o di Koulibaly. Ma la retroguard­ia azzurra è pure molto abile quando, saltata la prima linea, deve scappare all’indietro. Non è ancora perfetta se deve assorbire attacchi dentro la propria area: i centrocamp­isti tendono a schiacciar­si nei 16 metri - è una scelta, proteggono lo specchio della porta - lasciando scoperto il limite dell’area. E forse qualcuno ricorderà il gol di Higuain a Torino nella scorsa stagione. Dybala e Pjanic sono bravissimi a farsi trovare vicino all’area ed eccellono anche nella conclusion­e.

ATTESA Nell’atteggiame­nto, la Juve, dal canto suo, dovrebbe ispirarsi alla recente partita dell’Inter di Spalletti. Inutile andare a prendere alto il Napoli, capace di uscire magistralm­ente anche dalle situazioni di pressione vicino alla propria area grazie al palleggio e ai triangoli chiusi con passaggi rapidi a uno o due tocchi. Meglio dunque serrare le linee e chiudere soprattutt­o

gli spazi sulla trequarti, dove il Napoli cerca ricezioni, soprattutt­o sul centro-sinistra con Hamsik e Insigne. Contro uno schieramen­to che asfissia gli spazi e non dà profondità (e la Juve è impeccabil­e quando vuole blindare gli ultimi sedici metri), il Napoli fa fatica perché deve puntare più sul dribbling e meno sulle combinazio­ni a memoria. C’è però una differenza: contro l’Inter, il Napoli è sembrato stanco, ora potrebbe arrivare più lucido e in forma. E poi qualche problema nella fase difensiva è evidente nella Juve di quest’anno. La configuraz­ione con due centrocamp­isti centrali che Allegri sta utilizzand­o (sia in 4-2-3-1, sia in 3-42-1), non sembra garantire adeguata copertura, come se sotto pressione fosse proprio il centro a collassare per primo. Il gol di Torreira in casa della Sampdoria ne è la prova, con Khedira che accorcia da una parte e Pjanic in ritardo sul piccoletto doriano, libero di calciare in porta e segnare. Dybala e Douglas Costa trequartis­ti potrebbero dare un mano. E soprattutt­o non è una brutta idea inserire un altro centrocamp­ista di gamba per arginare gli avversari.

PIU’ SOLUZIONI Rispetto alla Sampdoria, ovviamente, il Napoli ha anche più armi. Il taglio da sinistra verso destra sull’asse Insigne-Callejon resta la più convenzion­ale, ma i sarriani hanno ampliato l’arsenale. Sembra funzionare sempre di più, per esempio, il taglio verticale rasoterra per l’inseriment­o di Mertens, mentre Callejon tiene appunto occupato il difensore a lui più vicino. Il belga ha arricchito il proprio bagaglio tattico con movimenti che sbilancian­o le difese avversarie. Dries non è

più solo il folletto tecnicamen­te eccellente che sbuca in area: lo si vede sempre più spesso arretrare, portandosi dietro un difensore, proporre la sponda per il lancio in verticale. Contro difese a quattro, Insigne e Callejon restano larghi in attesa del lancio, cui segue l’inseriment­o centrale di Hamsik; contro difese a tre invece Insigne cerca spesso la ricezione tagliando tra il difensore di destra e il centrale.

MIGLIORE ATTACCO Quanto a peso offensivo, comunque, la Juve non è da meno. Anzi, Allegri si presenta al San Paolo con il miglior attacco del campionato. Già detto dei pericoli balistici dalla distanza, nessuno ha la forza travolgent­e dei bianconeri quando si riversano nella metà campo avversaria. Potenza, velocità, tecnica: non manca niente. In azione manovrata, occhio ai movimenti di Dybala per sfuggire al radar di Jorginho e liberarsi in zona trequarti, liberandos­i sia per la conclusion­e sia per l’assist a Higuain. La Juve sa essere molto diretta e verticale, il Pipita la aiuterà a risalire il campo palla al piede. E può anche concludere da fuori area. Ma è anche facile immaginare che la Signora andrà a battere le fasce: Dybala a destra con De Sciglio, Douglas Costa a sinistra con Asamoah, innescati o con transizion­i palla al piede o magari con rapidi cambi di fronte per sfruttare il «lato debole» del Napoli, che ammassa giocatori in zona palla (fondamenta­le per il suo pressing). E una volta innescato l’aggirament­o, scatta il cross: e a centro area, con Higuain, arriva quasi sempre anche Khedira, puntuale nelle percussion­i e difficilme­nte leggibile per i centrocamp­isti di Sarri.

 ??  ?? Dybala ama gravitare sul centrodest­ra per poi accentrars­i palla al piede: sarà importante soprattutt­o il suo contributo tra le linee. Il senso dello smarcament­o può aprirgli spazi per la giocata individual­e, tiro o assist I problemi difensivi della...
Dybala ama gravitare sul centrodest­ra per poi accentrars­i palla al piede: sarà importante soprattutt­o il suo contributo tra le linee. Il senso dello smarcament­o può aprirgli spazi per la giocata individual­e, tiro o assist I problemi difensivi della...
 ??  ?? Jorginho, 24 anni, è al Napoli dal gennaio 2014
Sami Khedira, 30 anni, è arrivato alla Juventus nel giugno 2015
Jorginho, 24 anni, è al Napoli dal gennaio 2014 Sami Khedira, 30 anni, è arrivato alla Juventus nel giugno 2015
 ??  ?? L’asse tra Insigne che taglia verso il 2° palo per Callejon è la giocata più riconoscib­ile dei sarriani ma non più l’unica. Quando Insigne riesce a liberarsi nell’uno contro, può tirare, servire Callejon oppure in verticale Mertens
L’asse tra Insigne che taglia verso il 2° palo per Callejon è la giocata più riconoscib­ile dei sarriani ma non più l’unica. Quando Insigne riesce a liberarsi nell’uno contro, può tirare, servire Callejon oppure in verticale Mertens
 ??  ?? La solidità difensiva del Napoli si basa sul pressing avanzato. Se «scappa» è altrettant­o attento, ma soffre quando per proteggere lo specchio schiaccia difensori e centrocamp­isti, lasciando scoperto il limite dell’area
La solidità difensiva del Napoli si basa sul pressing avanzato. Se «scappa» è altrettant­o attento, ma soffre quando per proteggere lo specchio schiaccia difensori e centrocamp­isti, lasciando scoperto il limite dell’area
 ??  ?? Palla indietro-palla avanti, un nuovo classico del Napoli. Mertens arretra per la sponda, Insigne si infila tra il difensore di destra e il centrale sul lancio. Hamsik parte a sinistra per giocare la seconda palla o andare in pressione
Palla indietro-palla avanti, un nuovo classico del Napoli. Mertens arretra per la sponda, Insigne si infila tra il difensore di destra e il centrale sul lancio. Hamsik parte a sinistra per giocare la seconda palla o andare in pressione
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