La Gazzetta dello Sport

Prende forma il Mondiale degli altri

1Oggi a Mosca il sorteggio dei gironi: la Spagna in seconda fascia è lo spauracchi­o per le favorite

- Fabio Licari INVIATO A MOSCA (RUSSIA)

Tutto pronto per il calcio d’inizio del Mondiale. Mancano come sempre la metà degli stadi, ma tranquilli che il 14 giugno l’ultimo bullone sarà a posto. Oggi c’è il sorteggio e gli otto gruppi saranno disegnati dalle manine degli ex campioni. Solo una cosa stona: nel nostro piccolo, ma molto piccolo ormai, mancherà l’Italia. Per la prima volta dal 1958. Unica campione del mondo assente qui in Russia. Avevamo rischiato di non qualificar­ci nel 1978 (gruppo vinto contro gli inglesi solo per differenza gol) e nel 1998 (successo ai playoff contro la Russia). Per questa strana «legge» dei vent’anni – i momenti difficili si ripetono con impression­ante puntualità – il 2018 lo vedremo in tv. Se l’Italia si fosse qualificat­a sarebbe finita in seconda fascia, a contendere il ruolo di «mina vagante» alla Spagna: non che le due nazionali, s’è visto bene a Madrid, siano paragonabi­li, ma nessuno vuole mai gli azzurri (almeno un tempo era così). Oggi tutti sperano di evitare Iniesta, Morata e amici. QUALI GRUPPI D’altra parte la Fifa ha scelto il ranking «puro», o quasi, per suddivider­e le finaliste nelle quattro fasce. Naturalmen­te con l’eccezione della Russia, ospitante e di diritto testa di serie. E con la necessità di non concentrar­e più di una squadra dello stesso continente nello stesso gruppo: solo l’Europa, con 14 finaliste, avrà due nazionali in almeno 6 gironi. Situazione che può creare squilibri. Un gruppo, il più complicato forse, sarebbe con Brasile, Spagna e Serbia (più una non europea dalla terza fascia). Uno semplice comprender­ebbe invece Russia, Perù, Tunisia e Arabia Saudita. Comunque non è più tempo di giochi e giochetti. Né nell’amministra­zione, con l’Interpol che continua a indagare sulla corruzione della vecchia Fifa (l’ultima rivelazion­e dell’altro giorno riguarda l’ex presidente argentino Grondona, secondo un testimone indicato come «el papa» tra chi incassava tangenti). Né dal punto di vista sportivo, con nazionali importanti quali Italia, Usa, Cile e la stessa Olanda fuori dai giochi.

AL CREMLINO Nel palazzo in cui una volta si decidevano le sorti del mondo, il Cremlino, nella splendida Piazza Rossa, oggi alle 16 (le 18 locali) si decidono le sorti del Mondiale. Ci saranno vecchie conoscenze sul palco, compreso il nostro Fabio Cannavaro, l’ultimo a sollevare la Coppa del Mondo nel 2006, e chissà quanto a lungo resisterà la sua foto ricordo. Al di là delle ridicole invenzioni del ripescaggi­o azzurro – perché al posto del Perù non la Nuova Zelanda sconfitta dai sudamerica­ni nei playoff? –, per noi l’appuntamen­to più prossimo è al 21 novembre 2022, quando comincerà il Mondiale invernale in Qatar, con finale il 18 dicembre. Chissà se Babbo Natale esiste. Oppure nel 2026, probabilme­nte in Nord America, Trump permettend­o, con la prima edizione a 48 squadre (delle quali 16 europee, più chance di qualificaz­ione). MOSCA E VAR Così a giugno l’Italia organizzer­à un paio di amichevoli da sparring partner per le finaliste, anche se c’è chi parla di un «mondialino» tra le grandi escluse da organizzar­e forse negli Usa. Non facile. Chissà con quale federazion­e, quale squadra, quale c.t.: l’unica è che si eviteranno la follia del traffico di Mosca che paralizza qualunque attività (oltre due ore dall’aeroporto, auto a passo d’uomo). Mosca è una città superba, bellissima e difficilme­nte vivibile: però qui tutte le nazionali faranno base, per poi viaggiare fino a Ekaterinbu­rg, la più orientale e lontana delle undici sedi (12 stadi, a Mosca c’è il Luzhniki e quello dello Spartak). La speranza è che questo non diventi un Mondiale di regime, anche se la propaganda di Putin s’è già messa in moto. Al via il 14 giugno, finale il 15 luglio, la Var probabilme­nte ospite desiderati­ssimo dalla Fifa e un po’ meno dall’Uefa. Favoriti? Germania, Brasile e Spagna in prima fila. Poi l’Argentina (se diventerà squadra) con Belgio e Francia (che hanno potenziale enorme) e Portogallo (che ha Cristiano Ronaldo). Che invidia, eh?

Fra i campioni del mondo del passato, soltanto una squadra non sarà presente al torneo: la nostra Nazionale

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