Accuse al Ranch VR46: «È a posto, apre al pubblico»
1Atteso il TAR dopo il ricorso dei vicini per il rumore. Tebaldi: «Siamo fiduciosi»
Per chi mastica di moto, dici Ranch e il pensiero va alla pista da dirt track che Valentino Rossi ha realizzato a Tavullia, il sancta sanctorum dove lui e i ragazzi dell’Academy — ma non solo, le apparizioni di altri piloti non si contano —, si allenano durante la stagione. Un impianto iniziato nel 2009 e completato nel 2011 dopo che l’area su cui sorge venne modificata da zona agricola a educativa/ scolastica con una variante del piano regolatore, ma il cui futuro è appeso a una sentenza del Tar, chiamato a decidere (la sentenza a breve) sulla fattibilità del ricorso presentato da tre vicini che contestano modalità e procedure di realizzazione, nonché la limitazione della libertà personale per l’eccessivo rumore e la polvere.
DIFESA «L’utilizzo della pista è ammesso dalle 14.30 alle 19 — spiega Albi Tebaldi, a.d. della Vr46 e della Test Track, proprietaria della pista —. Potremmo usarla ogni giorno, ma considerando gare e manutenzione, giriamo circa 4 giorni al mese. L’iter tecnico per la realizzazione è stato complesso, abbiamo ottemperato a tutte le richieste e superato ogni tipo di accertamento. Prima degli allenamenti verifichiamo le moto e due fonometri fissi rilevano le soglie di rumore. L’Arpam fa verifiche continue e la Federazione torna ogni anno per l’omologazione. Attorno al Ranch sorgono una quindicina di abitazioni, ma solo tre, e neppure dei più vicini, si lamentano con un atteggiamento quasi persecutorio. Siamo fiduciosi che il Tar ci dia ragione, nel caso ricorreremo in appello».
MUSEO Da poco sono stati installati 8 pali per l’illuminazione («Per gli allenamenti in inverno»), è allo studio il progetto di realizzare un ovale, mentre a breve verrà completato il fabbricato, che ospiterà anche un piccolo museo. «E oltre a giornate per le scuole, stiamo pensando a un percorso vita che dal paese porti alla pista, con una tribuna che permetta al pubblico di assistere agli allenamenti» conclude Tebaldi.