Max trasformista Così i bianconeri cambiano faccia
1Allegri scherza: «Io non mi intendo di tattica...» Ma l’allenatore ha creato una Juve-camaleonte
Con la faccia scanzonata di chi la sa lunga, lunghissima, ha usato una delle armi migliori della casa: la battuta affilata, la battuta toscana. Un me n’intendo di ‘ste ose, ha risposto Massimiliano Allegri a chi gli chiedeva se quella del San Paolo fosse la vittoria della tattica. Di certo, è stata la sua vittoria, quella di Max il trasformista: da quattro stagioni compone e scompone, mescola e rimescola, inventa quando serve e, in generale, «normalizza» tutto. I momenti di esaltazione, come venerdì sera, e le cicliche crisi depressive.
NUOVE CERTEZZE Aver sigillato e punto insieme, aver portato costantemente il Napoli a crossare in maniera sterile, neanche fosse l’Italia di Ventura: il risultato è figlio di un elaborato progetto del tecnico livornese. Del resto, la capacità di cambiare pelle appartiene a tutte le sue Juventus, soprattutto a questa più camaleonte delle altre. Allegri è partito con i cinque violini, lo spartito che l’anno prima l’aveva portato a suonare perfino a Cardiff. Ma, giornata dopo giornata, si è accorto che tenere così tanti giocatori d’attacco non era più sostenibile senza tutta la squadra al top. Mandzukic in primis: il croato era l’elemento decisivo per conservare il 4-2-3-1 doc, quello iper-offensivo ma equilibrato della scorsa stagione. Le perdite dietro sono state superate negli ultimi tempi con la difesa a tre, una vecchia coperta calda: sia contro i marziani del Barcellona sia contro l’umanissimo Crotone si è scelto questo