fIL RETROSCENA L’appello di Barzagli E il gruppo è rinato prima del San Paolo
Ci sono momenti in cui tutto fa clic. In cui i punti si uniscono e, spesso, le stagioni svoltano. Alla Juve è successo venerdì sera sotto al Vesuvio, ma c’è un antefatto importante: non conterà quanto il graffio di Higuain, ma è stato comunque decisivo per serrare le fila. Giovedì a Vinovo, nel mezzo di una settimana piena di spifferi inattesi, un senatore ha voluto prendere la parola. Non Gigi Buffon, capitano coraggioso di mille battaglie, ma uno che è stato quasi sempre accanto a lui nelle tormente nella buona e nella cattiva sorte: Andrea Barzagli. Chi non aveva capito ancora cosa fosse la Juve, se n’è accorto sentendo la voce ferma e il tono determinato. Il difensore, che al San Paolo non è partito dall’inizio e si è unito alla trincea solo alla fine, ha parlato davanti a tutti i compagni, fermi in religioso silenzio. E ha battuto sul concetto-cardine: il gruppo. Sei lettere attorno a cui le ultime sei Juventus, di cui Barzagli è stato protagonista, hanno costruito questo lungo dominio. Parole pesate proprio mentre fuori dallo spogliatoio rimbalzavano ricostruzioni su presunte fratture tra italiani e sudamericani: Barzagli, invece, ha insistito sull’importanza di stare uniti. Perché dopo Napoli tutto sarebbe potuto cambiare.
IL GHIGNO Se c’era un momento giusto per compattare la compagnia, era questo: il numero 15 ha insistito sull’importanza della notte napoletana, sulla necessità di lanciare un segnale ai rivali riempiti di complimenti dalla critica. Un modo per preparare tutti a una certa sofferenza contro i diavoli di Sarri, ma poi la sfida è andata perfino meglio: mai i bianconeri hanno davvero sofferto. Evidentemente, certi concetti si sono piantati nella testa: la squadra ha mostrato il ghigno dei bei tempi, quello che Barzagli conosce bene.