I sentimenti di Lopez Sedotto da Bologna e poi abbandonato
Sarà una sensazione strana. E tanti ricordi riaffioreranno nella mente di Diego Lopez, oggi nuovamente allenatore del Cagliari e di ritorno a Bologna dove ha vissuto una stagione (2014-2015) intensa, culminata con un discusso esonero a tre giornate dalla fine dopo la sconfitta col Frosinone con la squadra in corsa per la A. Fu Pantaleo Corvino a decidere il destino di Lopez che Bologna (dove da turista è tornato) non l’avrebbe voluta lasciare mai. Per il feeling creato col ds Filippo Fusco, per lo splendido rapporto con i giocatori e l’amico Diego Perez, «El Ruso» col quale condivise quell’annata, per il legame con una città che ha vissuto con passione. Abitazione in pieno centro alle Sette Chiese, una trattoria di riferimento, «Giampi», perché Diego non è tipo da ristorante stellato. Un gruppo di calciatori con i quali ha condiviso, prima di tutto, una situazione economica inizialmente complicata nell’era Guaraldi. Poi la tristezza per il trattamento di fine rapporto.
IN CAMPO Oggi il Bologna Diego lo sfiderà: «Dobbiamo essere aggressivi e non permettere a Verdi di tirare calci piazzati». In città è arrivato il grande capo Joey Saputo. La squadra cerca la terza vittoria di fila. Ma Donadoni avverte: «Tutti guardiamo la classifica, ma questo non significa che dovremo cambiare il modo di ragionare». In attacco gioca Destro, dietro torna Masina e Donadoni lo sprona: «Deve essere più concreto, non piacersi troppo e badare più alla sostanza. Può diventare un giocatore straordinario. Spesso i giovani ascoltano poco».