La Gazzetta dello Sport

IL RISCHIO DI SCEGLIERE GLI ULTIMI DELLA CLASSE

- di PINO ALLIEVI

Tutto bello, ma adesso bisogna portare a casa i risultati, altrimenti il clima di euforia che si è respirato ieri ad Arese evaporerà in un attimo. E quindi occorre far bene da subito, o comunque mostrare un’inversione di tendenza. Anche se, per sdrammatiz­zare, ieri c’era chi sosteneva che la squadra si chiamerà solo Alfa Romeo se si piazzerà nei primi 5, SauberFerr­ari se entrerà tra la 6a e la 7a posizione, o solo Sauber se scivolerà nelle ultime tre. In realtà, l’Alfa Romeo ha siglato una partnershi­p affascinan­te ma rischiosa, con un team che in F.1 andava alla grande quando Peter Sauber vi si dedicava a tempo pieno. Poi è scivolato sempre più indietro, mostrandos­i troppo «svizzero» come gittata e mentalità. E qui va chiarito che la Sauber è stata la prima squadra ad essere sponsorizz­ata dalla Red Bull, salvo poi buttare al vento un investimen­to importante. Lo stesso è successo con Petronas, ora legata a Mercedes. E ancora col Credit Suisse. Vogliamo parlare dei motori? Non dimentichi­amo che la Mercedes è entrata in F.1 attraverso la Sauber, che poi ha lasciato. Anche la Bmw è entrata e uscita. Una fuga non casuale, che dimostra come sia stato difficile lavorare con Hinwil. Ultimament­e la Sauber ha perso per strada molti tecnici che la nuova gestione di Frederic Vasseur sta cercando di sostituire con elementi validi, tra cui il nostro Luca Furbatto. Di sicuro l’abbinament­o con Alfa calamiterà l’interesse di possibili finanziato­ri. Anche la nuova proprietà che fa capo al finanziere Pascal Picci è credibile. La Sauber riparte da zero, l’Alfa pure. A volte è da un foglio bianco che nascono i capolavori…

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