La Gazzetta dello Sport

Il tango ghiacciato del Pipita e Mauro Tanta attesa, 0 gol

Doveva essere il loro duello, è stato un flop condiviso: un solo tiro nello specchio in due. E Dybala cerca ancora se stesso

- Alessandra Bocci INVIATA A TORINO

Un tango gelato, altro che il ghiaccio bollente che tutti si aspettavan­o. Pochi squilli da Higuain che aveva cantato a Napoli, poche zampate dal tatuato Icardi, solo e abbandonat­o nella terra juventina con i suoi leoni sulla pelle, poco di tutto da Paulo Dybala, lasciato in panchina a lungo, e non è che quando è entrato siano rimasti dubbi sul perché. Le star argentine steccano in una partita che da sempre è una battaglia, una partita a scacchi con le passioni. Giganteggi­a Chiellini arrivato alla 450a gara con la maglia della Juventus, tiene Handanovic che non lascia passare Mandzukic: un po’ la traversa, un po’ il prato scivoloso sotto i piedi del croato che più di tutti ha provato a tirare in porta, ma Handanovic c’era sempre. Con Buffon spettatore a bordocampo, vince lo 0-0, il primo per la Juve dopo 44 partite di fila con gol. Tante vinte, alcune perse o pareggiate, ma sempre segnando. Stavolta niente, zero. Un tabellino più freddo dell’aria dentro e fuori lo Stadium.

PASSO A DUE Era stata la loro vigilia, in tutti i sensi. La vigilia dei due goleador in lotta per trovare spazio nella nazionale di Messi, la vigilia di Dybala escluso, fuori forma, stanco, a caccia di gol. Come spesso accade, tanto rumore per nulla. Da oltre cinque anni la Juve non chiudeva 0-0 in casa. L’anno scorso la sfida fu bollente, in tutti i sensi: cartellini che volavano da tutte le parti, Icardi squalifica­to per una pallonata scagliata troppo vicino all’arbitro. Un romanzo, una partita di quelle che spesso Inter e Juve mettono in scena quando si incrociano. La storia racconta che è stato così dall’inizio, da quando interisti e juventini si presero a calci più che a calcio nel 1930, al loro primo appuntamen­to nel Girone Unico, sotto gli occhi dei Savoia e di qualche gerarca. Anche stavolta i falli son volati: l’Inter ne ha commessi 21, mai così tanti, in compenso non ha mai tirato in porta nel primo tempo, e non succedeva da un derby milanese di tre anni fa. Spalletti più che il pullman ha messo tanti motorini davanti agli avversari e in queste partite Icardi sa di dover soffrire, fiutare l’aria e aspettare l’unica palla buona, che ieri non è arrivata. Soltanto a Napoli e allo Stadium l’Inter è rimasta senza gol: ma ha portato a casa punti pesanti e Maurito da capitano sa che queste sono le cose che contano. Un punto e il primo posto in classifica per ora confermato valgono pure qualche regata in solitario. È un altro Icardi, più maturo anche soltanto di qualche mese fa, consapevol­e del suo ruolo e delle aumentate possibilit­à di successo dell’Inter. «Se succede a Torino quello che è successo l’anno scorso, Spalletti ci taglia la testa», aveva detto alla vigilia. E non è successo. In più è arrivato un punto che fa abbastanza bene all’Inter e abbastanza male alla Juve: sono passate 65 partite dall’ultimo 0-0 in campionato. Una vita.

COMPLEANNO La Juve senza gol, Higuain senza gol, Dybala senza pace. Ha raccontato a Vanity Fair di essere riflessivo, di amare il silenzio, di essere uno che sa ascoltare. Ha raccontato di amare gli scacchi. «Aiutano a usare il cervello, ti abituano a non avere fretta». E lui non dovrà essere frenetico se vorrà recuperare, tornare quello che trascinava la squadra e che ora deve stare a guardare. Ma nelle ultime serate c’era stato Higuain a trascinare, Higuain a combattere contro i fischi assordanti del San Paolo e a prendersi la soddisfazi­one di segnare alla sua ex squadra per la seconda stagione di fila facendo fare un grande salto alla Juve nella rincorsa al settimo titolo. Contro l’Inter, lo stop anche per Gonzalo, che oggi compie trent’anni e ha festeggiat­o con i compagni di squadra a mezzanotte, dopo la partita, in un famoso ristorante torinese. Un punto e poco più, ma c’è tanto altro da festeggiar­e: un figlio in arrivo, un periodo comunque buono, con 11 gol segnati e molto aiuto alla squadra. I colleghi attaccanti lo avevano detto in un sondaggio della Gazzetta: Higuain gioca più per la squadra, Icardi è letale in area di rigore. Ma allo Stadium Icardi l’area di rigore l’ha vista poco, bloccato da Chiellini e compagni. Higuain ha cercato di farsi largo offrendo qualche occasione ai compagni, ma si vedeva che non era serata anche per lui. Perché non era neppure una battaglia, era una partita a scacchi di quelle che a volte Dybala gioca nel tempo libero. È finita con uno zero totale, uno zero che alla Juve brucia nel freddo. Perché ancora deve rincorrere e quando rincorri hai bisogno di gol. Di attaccanti che ballano, possibilme­nte a ritmi veloci. Altro che un gelido tango.

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CANONIERO-IPP Gonzalo Higuain, 30 anni oggi, attaccante della Juve, e Mauro Icardi, 24, punta e capitano dell’Inter

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