La Gazzetta dello Sport

Tribuna Gazzetta Il coro: «Se questo è il nostro meglio...»

Dino Baggio: «Brutta gara, specchio delle difficoltà italiane». Fontolan: «Il pari per l’Inter è grasso che cola»

- di ANDREA ELEFANTE ANDREA SCHIANCHI

L’aggettivo racconta stati d’animo e aspettativ­e. «Partita davvero brutta. Anzi: bruttissim­a». Dino Baggio e Davide Fontolan, che tanto avevano sperato di godersi una sfida appassiona­nte, finiscono scuotendo la testa, piegando le bocche in eloquenti smorfie e dicendo che «se queste sono le squadre migliori, o due delle migliori, del campionato, si capisce perché il calcio italiano non sta passando un bel periodo». A voler essere buoni si può sostenere che si è trattato di un match molto tattico; che Juventus e Inter, in realtà, si sono annullate; che i due allenatori hanno pensato prima a difendersi e poi ad attaccare. «Di fatto, comunque, - interviene Fontolan - non si è ammirato quello spettacolo che una sfida del genere merita».

PALLA LARGA Si parte con un’Inter propositiv­a, e Dino Baggio spiega: «Vanno a pressare molto alti, la Juve fa fatica a uscire». «Occhio, - osserva Fontolan - perché quella di Allegri è una scelta: li aspetta, li fa palleggiar­e, non concede la profondità e va a conquistar­si gli spazi dall’altra parte del campo». Mandzukic sbaglia il gol dell’1-0 e Dinone sobbalza: «Che cosa si è mangiato! Questo è un errore, mica una grande parata! Devi metterla nell’altro angolo». Fontolan si contorce sulla seggiola quando Candreva incespica sull’ennesimo pallone. «Non è in serata. E nemmeno Perisic. Quando è così, il croato è un mezzo giocatore. Sembra scollegato dal resto della squadra». La Juve spinge sull’esterno e trova sempre Cuadrado pronto al cross. Ancora Mandzukic fallisce l’occasione. «Ma non se ne accorge Spalletti che deve mettere uno ad aiutare Santon?» si domanda Fontolan. «Loro hanno deciso di aggirare l’avversario - argomenta Baggio - Per vie centrali non si passa, e allora l’unica soluzione è dare il pallone all’esterno e andare in area per aspettare il cross. Anche in Nazionale, con Sacchi, facevamo sempre così: palla larga e volata dentro a colpire». «Sì, però un po’ di fantasia in più ci vorrebbe» conclude Fontolan.

MARCATURE Nella ripresa l’Inter arretra, spinta indietro anche dalla forza fisica della Juve. «I nerazzurri stanno chiudendo Higuain in una gabbia fa Fontolan - Ci sono quattro uomini per marcarlo: Skriniar e Miranda e, davanti a loro, Vecino e Borja Valero. Io, per osare, sposterei uno dei centrocamp­isti un po’ più avanti. Che senso ha tenere quattro elementi per bloccare un solo avversario». Il ragionamen­to non fa una piega. «Ma adesso l’Inter fa fatica - aggiunge Baggio e la diga davanti alla difesa serve. Può darsi che il pareggio vada bene, in fondo sta giocando in trasferta contro la Juve». Handanovic si supera, Cuadrado continua a sfornare cross su cross, Icardi viene sostituito e allora Fontolan si toglie un sassolino: «Non l’ha mai vista. Mai un suggerimen­to, mai un passaggio. Anche Higuain non ne ha toccati molti, di palloni. Comunque, in generale, per gli attaccanti non è stata una bella serata». Finisce 0-0 e tutt’e due, Baggio e Fontolan, spiegano la differenza tra Juve e Inter nello stesso modo: «I bianconeri hanno avuto esterni propositiv­i come Cuadrado e Mandzukic. L’Inter, invece, ha giocato senza Candreva e Perisic. E il pareggio, dunque, è grasso che cola».

 ?? BOZZANI ?? Dino Baggio e Fontolan prima del via e la sfida vista in Gazzetta: si riconoscon­o Andrea Di Caro, Marco Iaria, Giulio Saetta, Fabio Bianchi, il direttore Andrea Monti, Luigi Garlando e Andrea Elefante
BOZZANI Dino Baggio e Fontolan prima del via e la sfida vista in Gazzetta: si riconoscon­o Andrea Di Caro, Marco Iaria, Giulio Saetta, Fabio Bianchi, il direttore Andrea Monti, Luigi Garlando e Andrea Elefante
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