Gattuso a casa sua «Milan o mai più Vittoria e basta»
Debutta a San Siro davanti al talismano Bologna Contro i rossoblù esordio (’96) e primo gol in A (2000)
L’ultima volta a San Siro era stata lo scorso 27 agosto e tutto lo stadio si era alzato in piedi ad applaudirlo scandendo il suo nome. Ovviamente Rino Gattuso non giocava e infatti era l’intervallo di Milan-Cagliari, che il club aveva utilizzato per presentare ai tifosi la rosa della Primavera. Rino si era battuto la mano sul cuore e chiaramente non immaginava che tre mesi e mezzo più tardi l’intervallo lo avrebbe trascorso negli spogliatoi a dare indicazioni alla prima squadra. Gattuso torna per la prima volta a San Siro da allenatore e ha la testa centrifugata dalle emozioni. Il problema è che oggi non ci sarà spazio per le celebrazioni individuali. Non dopo un pareggio e una sconfitta con Benevento e Rijeka. Soprattutto, Rino non vuole vedere uno stadio che spacca il Milan in due anime: tutti con Gattuso e nessuno con la squadra. Ecco perché in vigilia si è appellato alla gente rossonera (sono attese circa 40 mila persone): «La mia emozione più grande sarà vincere questa partita. Tutte le altre sensazioni che posso avere, passano in secondo piano. Io ho giocato tanto in questo stadio e non sono stati solo applausi: ho beccato più di un fischio. Stavolta però abbiamo bisogno del nostro pubblico, spero che San Siro non contesti e sia dalla nostra parte, perché i ragazzi ne hanno bisogno».
CORSI E RICORSI Gattuso giustamente mette il gruppo davanti a tutto, ma per lui quello di stasera resta un incrocio molto particolare. E’ stato il Bologna, infatti, a battezzare la sua prima partita in Serie A (Bologna-Perugia, dicembre ‘96), così come il primo gol (Bologna-Milan, febbraio 2000). L’auspicio ovviamente è che i corsi e ricorsi portino bene e non smentiscano i gradevoli ricordi che Rino ha degli emiliani. Anche perché stasera, come ricorda lui, a disposizione c’è un solo risultato, che a San Siro in campionato manca addirittura dal 20 settembre (2-0 alla Spal). Vincere significherebbe quindi tornare a farlo in casa dopo oltre due mesi e mezzo e per lui sarebbe il primo successo della sua gestione. «Mi aspetto rabbia e voglia – racconta Rino, raggiunto in ritiro da David Han Li, che è tornato in Italia ieri – Ci sta vivere momenti difficili, ma voglio vedere una squadra che non si abbatte al primo schiaffo. Voglio una reazione».
MECCANISMI Per vederla il tecnico, oltre a cambiare totalmente i titolari di Rijeka, si affiderà al 4-3-3, per quello che è un ritorno al passato. «Per ciò che chiedo io la difesa a tre ha meccanismi non perfetti, a volte ci ritroviamo in tre difensori contro un attaccante e di conseguenza non riesci a creare superiorità numerica. Qualcosa bisognava cambiare. Dico questo per non parlare sempre di condizione fisica, perché ho grande rispetto per Montella: ma per come vedo io il calcio, occorre una gamba importante. Quanto servirà per averla? In due settimane non si può cambiare tutto, serve un mese, un mese e mezzo, ma non deve essere un alibi. Comunque, sento la società molto vicina». Gattuso preferisce, come sempre, metterci la faccia e sillabare concetti molto chiari: «In questo momento non c’è tempo e non viene concessa nemmeno la pazienza. C’è fortemente bisogno di vittoria, di fare risultato a tutti i costi. E’ fondamentale portare a casa i tre punti in modo da poter lavorare con più tranquillità».