Borini-Verdi, talento e destini incrociati
È cresciuto nel settore giovanile del Bologna, Simone in quello milanista: stasera sfida da esterni
Unendoli geneticamente ne verrebbe fuori un giocatore molto vicino alla perfezione: tecnica, fantasia, corsa, resistenza, adattabilità, piede destro e piede sinistro. Stasera, molto più banalmente, Fabio Borini e Simone Verdi saranno uno di fronte all’altro, sullo stesso campo dopo un percorso inverso: Fabio infatti è cresciuto nel settore giovanile del Bologna, Simone in quello milanista. La specializzazione è la stessa: attaccante esterno, ma entrambi hanno ampiamente dimostrato di poter fare – e bene – tante altre cose.
DA RAGAZZI Borini è arrivato a Bologna nel 2001 e le sue qualità sono state subito evidenti, tanto che l’anagrafe spesso è stata un optional. Per esempio è arrivato sotto età negli Allievi Nazionali, allenati da Paolo Magnani, ed è andato in Primavera a giocare con gente di tre anni più grande. «Fabio lo porto ancora ad esempio a tutti i ragazzi per la sua duttilità e lo spirito di sacrificio – dice Magnani, oggi allenatore dell’Under 17 rossoblù –. Non mi sorprende che in carriera stia ricoprendo tanti ruoli diversi, aveva questa versatilità fin da ragazzino. Con me giocava esterno nel tridente d’attacco o seconda punta. Non ha mai pensato al rischio di brutte figure in un ruolo non suo, o al rischio di fare un gol in meno che lo potesse penalizzare. Ha sempre pensato alla squadra». Il responsabile del settore giovanile a quei tempi era Giancarlo Marocchi, che lo voleva mettere sotto contratto a tutti i costi. Il Bologna tergiversò, piombò il Chelsea e nel 2007 Borini spiccò il volo. Verdi arrivò in rossonero a 11 anni e diede immediatamente ottime notizie di sé per il vasto repertorio tecnico e la facilità di palleggio. L’annata di grazia fu il 2009-10, quando si mise in grande evidenza nella Primavera di Stroppa (9 gol in 12 partite) e convinse Leonardo a chiamarlo due volte coi grandi in Coppa Italia. Torneo che evidentemente quell’anno era nel suo destino: Simone, con la Primavera, può raccontare di averlo vinto e alzato a San Siro (vittoria sul Palermo), prendendosi pure la soddisfazione di far gol. «Quello che fa ora, gliel’ho sempre visto fare – racconta il responsabile del settore giovanile rossonero, Filippo Galli –. Usa destro e sinistro indifferentemente in modo straordinario, in carriera ha mancato un po’ in continuità ma è un talento allo stato puro». Simone – punta esterna ma anche trequartista – all’epoca ha pagato una struttura fisica un po’ leggera e soprattutto il fatto di essere chiuso in prima squadra da gente come Ibra, Robinho, Pato e Inzaghi, e così ha iniziato un lungo pellegrinaggio fra prestiti e comproprietà, fino a quando il Bologna nell’estate del 2016 lo ha preso definitivamente (per 1,3 milioni, ma il Milan vanta il 20% su una futura rivendita).
DA ADULTI Stasera Verdi metterà paura al Milan, perché la qualità è definitivamente sbocciata. «Ai tempi giocava con me, era un talento, non si capiva se fosse migliore il destro o il sinistro», ha detto ieri Gattuso. Simone è l’uomo che dà il tocco di imprevedibilità all’attacco del Bologna, ha segnato quattro gol in stagione e ha ritrovato la Nazionale. Il suo valore è già cresciuto in maniera esponenziale e il club rossoblù gli ha esteso di un anno e ritoccato economicamente (600 mila euro) il contratto, che ora scade nel 2021. Borini invece è stato, dopo Antonio Donnarumma, l’acquisto meno caro dell’estate rossonera (6 milioni), ma si è rivelato il più prezioso. Ha fatto la punta esterna, l’ala (su entrambe le fasce) e pure il terzino. Si allena a mille all’ora e non si lamenta mai. Pareva destinato a ruoli da comparsa, è il settimo giocatore più utilizzato della rosa.
(ha collaborato Luca Aquino)