Sassari che impresa Brescia k.o. dopo 9 gare
Decide un libero di Bamforth Pasquini: «Lui e Hatcher super»
Sbagliatissimo parlare di fine. L’unica cosa che si è chiusa ieri è stata la striscia di 9 vittorie consecutive con cui Brescia aveva aperto la stagione. Non la crescita di una splendida realtà. Il colpo di Sassari, meritato soprattutto se si pensa al viaggio transiberiano d’Eurocup in settimana, è da applausi. Ma nulla toglie alla capolista Leonessa, piegata solo da un libero di Bamforth a 3” dalla fine, al termine di un match fisico, tirato, a tratti molto bello. Una gara dai quattro volti. Prima l’avvio fulminante della Dinamo, brava a toccare il +11 (7-18) con una zona 2-3 contro la quale Brescia sparava a salve (3/12). Poi l’inevitabile rientro dei padroni di casa, che infilavano 13 delle 19 successive conclusioni su azione, andando al riposo sotto di 2. Poi l’allungo dela Germani che con Landry, Bushati e Luca Vitali toccava il +9 (68-59). Infine, la replica sassarese, innescata da un folle tecnico di capitan Moss dopo il 5° fallo, che regalava 3 liberi e possesso a Sassari. Chiuso da una tripla di Bamforth per il 6-0 del pareggio. Ed erano proprio il play e Hatcher (40 punti e 12 assist in due) a preparare la tavola per il finale in volata. Deciso da una penetrazione dello stesso Bamforth che costringeva al fallo Michele Vitali. Dentro il primo, fuori apposta il secondo e tiro della disperazione di Landry che toccava solo il ferro.
RINASCITA SARDA Sassari, al 3° successo di fila, ha svoltato. Le dimissioni di Pasquini dopo il k.o interno con l’Orlandina del 12 novembre, immediatamente respinte dal presidente Sardara che ha messo la squadra dinanzi alle sue responsabilità, è stato il momento chiave di questa rinascita. Per la testa. Il corpo aveva invece necessità di avere al top la coppia di esterni che ieri ha dominato. «Bamforth e Hatcher sono giocatori di un livello importante – spiega il tecnico del Banco – Avevamo disputato un gran precampionato con loro, quando si sono fermati abbiamo sofferto. Averli cambia molto, siamo giovani, ci danno esperienza assieme al talento. Per questo ho cercato di portarli in fondo freschi, anche quando abbiamo preso il break. Meglio subire un 4-0 e dare un minuto in più di fiato che ti serve nel finale».
ZONE È stata una sfida molto tattica. Alla solita zona match up di Diana, Pasquini ha risposto giocando a sua volta molto con una 2-3, «della quale ho anche un po’ abusato per preservare dai falli i nostri lunghi» aggiunge il coach-gm. Arrivato peraltro in fondo senza Jones e Planinic, con Pierre da centro. E con Diana che sceglieva di lasciare in panchina Hunt. «Avevamo fatto il parziale nel 3° quarto col quintetto piccolo e ho scelto di puntare su quello anche alla fine, per avere cambi sistematici sui blocchi e cercare di arginare il loro tiro da tre» spiega il livornese. Che aggiunge: «Abbiamo forzato negli ultimi minuti, non muovendo abbastanza la palla, ci è mancato l’ultimo guizzo. La scelta di non far fallo con 16” da giocare sulla rimessa sassarese? Mi sono fidato della nostra difesa, ero convinto non segnassero». Col senno di poi, vale sempre tutto. «C’è rammarico per come abbiamo gestito il finale, con qualche sciocchezza – dice Brian Sacchetti – Ma siamo in alto perché ce lo siamo meritato, nessuno ha mai finito imbattuto, ci prendiamo la sconfitta e sono certo che ci servirà molto per il prosieguo, per giocare 40’ e non pensare d’averle vinte prima». Dopotutto, è solo l’inizio. Per entrambe.