Segna e sa combattere Ecco la carta vincente: «Ora partiamo da qui»
Il centrocampista alla terza rete con Gattuso in panchina: «L’allenatore vuole trasferirci la mentalità del “suo” Milan»
Non è la prima volta che Jack viene scoperto due volte e volendo nemmeno la seconda: si potrebbe dire che l’ultima sia la terza doppietta di Bonaventura. Successe la prima volta quando vestiva ancora la maglia dell’Atalanta ma siccome servì a battere l’Inter si può già considerare come rossonera. E arrivato al Milan Giacomo restituì il «favore» proprio all’Atalanta. Non è neppure la prima volta che Jack prende per mano i suoi allenatori: successe nella prima trasferta di Inzaghi quado un suo gol fu utile alla vittoria. Successe con Mihajlovic quando una punizione di Jack al Crotone in Coppa Italia servì ad accompagnare il Milan agli ottavi della competizione e Sinisa a proseguire la sua strada. Sempre Bonaventura aiutò Montella quando più che gettare un salvagente c’era da sollevare un trofeo: gol nella finale di Supercoppa italiana per trascinare la squadra ai rigori. Altrettanti guai muscolari – un serio problema agli adduttori nella seconda parte del campionato scorso – e un paio di acciacchi quest’anno avevano fatto di Bonaventura una carta come le altre. Né Jack né il jolly che si è finalmente rivisto negli ultimi otto giorni: un gol al Benevento, il primo della gestione Gattuso buono solo per l’iniziale illusione, due ieri sera per stendere il Bologna. Bonaventura ha tutto per essere uno degli uomini simbolo di Rino: in mezzo ha il suo dinamismo, è un italiano del gruppo dei senatori, quelli a cui il nuovo allenatore intende appoggiarsi, ed è un combattente cresciuto in provincia.
COMPLIMENTI Gattuso – nel complimentarsi – ne ha fatto subito uno dei centrocampisti più forti in Italia, anche se alcuni vecchi articoli provano che la stima è sinceramente datata: «Bonaventura può giocare ovunque perché ha grandissima qualità, sa giocare, inserirsi e segnare. In questi anni ho sempre detto che è uno dei centrocampisti più forti d’Italia. Ora che ha trovato continuità può darci una mano ma deve stare bene: se la condizione lo supporta è decisivo». La condizione è un tema su cui Rino insiste spesso e su Jack c’è di nuovo la controprova: un paio di partite per riprendersi dall’ennesimo stop – a Napoli e contro il Torino, sostituito a metà ripresa – e riecco il vero Bonaventura. Ora parla lui: «Era importante vincere e ce l’abbiamo fatta. Siamo felici, venivamo da un periodo in cui seminavamo tanto e raccoglievamo poco. Il 4-3-3? Spero che ora si scelga un modulo e si vada avanti con quello fino in fondo. E spero che questa vittoria possa essere un punto di partenza: ci voleva e di certo ci darà fiducia. Io sto meglio, piano piano sto arrivando al cento per cento e cerco sempre di dare tutto me stesso per la squadra». In campo aveva già ampiamente ricambiato i complimenti dell’allenatore, alla fine – a parole – Jack aggiunge: «Gattuso ha provato a portare la mentalità del suo Milan e a trasferirla a noi, qualsiasi cosa dica ci carica moltissimo». Altri tempi ma Bonaventura può essere un’ottima connessione: uno così Rino lo avrebbe accolto anche nel vecchio spogliatoio.