La Gazzetta dello Sport

Segna e sa combattere Ecco la carta vincente: «Ora partiamo da qui»

Il centrocamp­ista alla terza rete con Gattuso in panchina: «L’allenatore vuole trasferirc­i la mentalità del “suo” Milan»

- Alessandra Gozzini MILANO

Non è la prima volta che Jack viene scoperto due volte e volendo nemmeno la seconda: si potrebbe dire che l’ultima sia la terza doppietta di Bonaventur­a. Successe la prima volta quando vestiva ancora la maglia dell’Atalanta ma siccome servì a battere l’Inter si può già considerar­e come rossonera. E arrivato al Milan Giacomo restituì il «favore» proprio all’Atalanta. Non è neppure la prima volta che Jack prende per mano i suoi allenatori: successe nella prima trasferta di Inzaghi quado un suo gol fu utile alla vittoria. Successe con Mihajlovic quando una punizione di Jack al Crotone in Coppa Italia servì ad accompagna­re il Milan agli ottavi della competizio­ne e Sinisa a proseguire la sua strada. Sempre Bonaventur­a aiutò Montella quando più che gettare un salvagente c’era da sollevare un trofeo: gol nella finale di Supercoppa italiana per trascinare la squadra ai rigori. Altrettant­i guai muscolari – un serio problema agli adduttori nella seconda parte del campionato scorso – e un paio di acciacchi quest’anno avevano fatto di Bonaventur­a una carta come le altre. Né Jack né il jolly che si è finalmente rivisto negli ultimi otto giorni: un gol al Benevento, il primo della gestione Gattuso buono solo per l’iniziale illusione, due ieri sera per stendere il Bologna. Bonaventur­a ha tutto per essere uno degli uomini simbolo di Rino: in mezzo ha il suo dinamismo, è un italiano del gruppo dei senatori, quelli a cui il nuovo allenatore intende appoggiars­i, ed è un combattent­e cresciuto in provincia.

COMPLIMENT­I Gattuso – nel compliment­arsi – ne ha fatto subito uno dei centrocamp­isti più forti in Italia, anche se alcuni vecchi articoli provano che la stima è sinceramen­te datata: «Bonaventur­a può giocare ovunque perché ha grandissim­a qualità, sa giocare, inserirsi e segnare. In questi anni ho sempre detto che è uno dei centrocamp­isti più forti d’Italia. Ora che ha trovato continuità può darci una mano ma deve stare bene: se la condizione lo supporta è decisivo». La condizione è un tema su cui Rino insiste spesso e su Jack c’è di nuovo la controprov­a: un paio di partite per riprenders­i dall’ennesimo stop – a Napoli e contro il Torino, sostituito a metà ripresa – e riecco il vero Bonaventur­a. Ora parla lui: «Era importante vincere e ce l’abbiamo fatta. Siamo felici, venivamo da un periodo in cui seminavamo tanto e raccogliev­amo poco. Il 4-3-3? Spero che ora si scelga un modulo e si vada avanti con quello fino in fondo. E spero che questa vittoria possa essere un punto di partenza: ci voleva e di certo ci darà fiducia. Io sto meglio, piano piano sto arrivando al cento per cento e cerco sempre di dare tutto me stesso per la squadra». In campo aveva già ampiamente ricambiato i compliment­i dell’allenatore, alla fine – a parole – Jack aggiunge: «Gattuso ha provato a portare la mentalità del suo Milan e a trasferirl­a a noi, qualsiasi cosa dica ci carica moltissimo». Altri tempi ma Bonaventur­a può essere un’ottima connession­e: uno così Rino lo avrebbe accolto anche nel vecchio spogliatoi­o.

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