La Gazzetta dello Sport

Il ceco stecca «Devo lavorare ancora molto»

«Potevamo avvicinare l’Inter, peccato. Fisicament­e sto bene»

- Massimo Cecchini INVIATO A VERONA

In fondo, è come se Romeo si fosse presentato trepidante sotto il balcone di Giulietta e l’innamorata, invece, non fosse uscita per vederlo perché aveva di meglio da fare. Insomma, una delusione. Quella che si legge sui volti dei giocatori, dei duemila tifosi e di Di Francesco, che dopo il pari fra Juve e Inter voleva accorciare le distanze dal vertice. Oltre a un Sorrentino gigantesco che ha fatto soffrire anche la mamma («Stavolta ha tifato per me, ma è romanista»), con il Chievo a tradirlo è stato l’attacco, anche se questo tutto sommato non lo sorprende. L’esordio di Schick è stato con le polveri bagnate, Dzeko nelle ultime 9 partite di campionato ha realizzato solo una rete e così delle squadre di testa la Roma è la squadra che ha segnato meno (27 gol: 6° attacco della A). Perché? «Ci manca un po’ di cinismo sotto porta – spiega il tecnico –. Siamo stati poco cattivi e determinat­i, sbagliando a lasciarci condiziona­re dall’arbitraggi­o. Facciamo pochi gol per quanto creiamo. Non possiamo sempre e solo aspettare Edin. Mancano le reti anche di quei giocatori che segnano di meno. Dzeko non è un problema, è una risorsa. Comunque, quando tiri venti volte in porta devi segnare, se vuoi ambire a qualcosa di più. Non siamo i favoriti, pensiamo a migliorare, anche se stavolta meritavamo la vittoria».

SCHICK E RONALDO Proprio per questo l’attesa per l’esordio da titolare di Schick era altissima. Tra l’altro, per metterlo più a suo agio, era schierato nel ruolo preferito, centravant­i, così da far rifiatare Dzeko, titolare in campionato nelle ultime 22 gare. L’esito però non è stato all’altezza delle aspettativ­e. «Peccato, è stata un’occasione persa: avessimo vinto saremmo stati a -3 dall’Inter – spiega Patrik –. Partita difficile, sono deluso per il pari. Per fortuna a livello fisico stavo bene: era tanto che non giocavo 90’, ma devo lavorare per sentirmi al meglio. Certo, abbiamo avuto tante opportunit­à per fare gol, ma ci è sempre mancato qualcosa». Sul ruolo, comunque, il ceco non fa problemi. «Posso giocare sia centravant­i che esterno, partendo largo da destra finisco l’azione come punta». Nonostante la pressione che ha sulle spalle – l’etichetta di acquisto più caro della storia gialloross­a pesa (42 milioni) – l’impression­e è che Schick abbia carattere e pazienza. Non a caso, quando gli si chiede del sorteggio Champions e del possibile accoppiame­nto con il Real di Ronaldo, il ragazzo risponde sincero: «È il mio idolo, ma spero di incontrarl­o più avanti». Giusto. Meglio aspettare che l’attacco della Roma funzioni a regime. Giulietta, d’altronde, sembra avere promesso che presto o tardi si affaccerà.

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