La Gazzetta dello Sport

Partigiani e Forza Nuova per il ritorno di Luppi dopo il caso Marzabotto

Saluto fascista nel paese dell’eccidio al rientro nel Borgo Panigale: destra, sinistra e madri schierate tra le polemiche

- Andrea Schianchi INVIATO A BOLOGNA

La storia si respira anche dai nomi delle strade: via Pertini, via Togliatti, via Einaudi, via Salvemini, via De Nicola, via La Malfa. E poi, più ci si avvicina e più la memoria lavora: via Caduti di Casteldebo­le, venti nomi su una lastra di marmo, venti eroi partigiani trucidati dai nazisti di Reder; e infine via Giovanni Bottonelli, politico comunista, già arrestato per attività sovversiva dai fascisti e membro della Brigata Garibaldi. E’ qui che sorge lo stadio del Borgo Panigale Football Club, società di Promozione, girone C dell’Emilia Romagna; è qui che si sono dati appuntamen­to, per un presidio di protesta, uomini e donne della Cgil, della Fiom e dell’Anpi, l’Associazio­ne nazionale partigiani. Criticano l’acquisto, da parte del Borgo Panigale, di Eugenio Maria Luppi, il venticinqu­enne che all’inizio di novembre, quando giocava nel Futa 65 (Seconda Categoria), segnò un gol contro il Marzabotto ed esultò stendendo il braccio nel saluto fascista e mostrando una maglietta della Repubblica Sociale Italiana. Proprio nel paese che, nell’autunno del 1944, è stato teatro del più grave eccidio di civili compiuto dai nazisti: 770 morti. Sospeso dal Futa 65, l’attaccante Luppi si è trovato «svincolato» e i dirigenti del Borgo Panigale, terz’ultimo in classifica e in cerca di un bomber, hanno avuto la discutibil­e pensata di tesserarlo, sostenendo (parole della presidente Barbara Antinori) che «la politica deve restare fuori dal calcio». Veramente, nel calcio la politica ce l’ha fatta entrare Luppi Eugenio Maria, facendo quel gesto e mostrando quella maglietta.

RICORDO Ore 14.30, fischio d’inizio di Borgo Panigale-Lavezzola. Quelli che protestano restano fuori dallo stadio, Luppi entra in campo con la maglia numero 7. I dirigenti del Borgo Panigale non hanno voluto ascoltare il consiglio: tenerlo perlomeno in panchina, in attesa che la Lega Dilettanti prenda provvedime­nti disciplina­ri. Niente da fare, c’è bisogno di Luppi per vincere, c’è bisogno dei suoi gol. E allora subito titolare, tra lo sconcerto di coloro che si sforzano, giorno dopo giorno, di raccontare che cosa è successo, non ai primi di novembre del 2017 ma più di settant’anni fa, quando i partigiani assieme agli eserciti degli anglo-americani liberarono l’Italia dalle violenze dei tedeschi e dei fascisti. Luppi è stato denunciato per «apologia di fascismo», e si attende un intervento della Procura Federale dopo che i massimi dirigenti federali si sono espressi definendo «gesto inqualific­abile» quello del giocatore. I dirigenti del Borgo Panigale giustifica­no l’acquisto di Luppi, sostenendo che il ragazzo va reinserito, qualcuno addirittur­a parla di «gogna mediatica» nei suoi confronti. Anna Cocchi, presidente dell’Associazio­ne partigiani di Bologna, replica dicendo che «lo sport deve proporre esempi positivi» e Manuel Mesoraca, dell’Associazio­ne partigiani di Marzabotto, aggiunge: «Si fossero almeno sentite scuse sincere da parte del ragazzo... Quel gesto ha offeso la memoria di gente che ha dato la vita». In tribuna anche qualche esponente di Forza Nuova, venuto per sostenere Luppi. «La politica Eugenio Maria Luppi in campo a Borgo Panigale con la maglia n. 7 La maglia della RSI mostrata dopo il gol segnato a Marzabotto La distinta della partita di ieri col Lavezzola, Promozione emiliana

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