Il curling va ai Giochi È una promozione storica
Torino 2006 fu in gara da Paese ospitante. Il pass maschile contro la Danimarca dopo una partita travolgente. Donne beffate
Èdi nuovo curling-mania. Come dodici anni fa per l’Olimpiade di Torino, quando le audience televisive di certe partite non parvero possibili. Con la (grande) differenza che l’Italia stavolta ai Giochi, quelli di PyeongChang del febbraio prossimo, ci andrà per meriti tecnici propri e non come Paese organizzatore. E pure con un urlo strozzato in gola: perché se la Nazionale maschile, in Sud Corea, sarà tra le dieci elette in lizza, quella femminile, nell’incontro decisiva beffata all’extra end (una sorta di tempo supplementare), dovrà stare a guardare. Ma già essere arrivata a giocarsela dopo la conquista del bronzo europeo di diciotto giorni fa, non fa che confermare che il movimento, nell’insieme, è in clamorosa ascesa. Grazie a un gruppo di giocatori e giocatrici senza precedenti, a uno staff di prim’ordine, a certi campanilismi messi da parte e a un progetto mirato portato avanti dalla Federghiaccio anche con contributi Coni extra.
SENZA PRECEDENTI C’è così da celebrare una storica, prima volta. Mai gli azzurri – da quando la disciplina è a cinque cerchi, cioè da Nagano 1998, dopo l’esperienza isolata di Chamonix 1924 – avevano meritato sul campo il tanto agognato pass. L’impresa ieri mattina a Plzen, in Repubblica Ceca, alle 10.53 (giusto per enfatizzare), nell’ultimo preolimpico, dove gli azzurri, nella prima di due possibili sfide dirette, hanno superato la Danimarca. All’extra end, naturalmente.
CHE PARTITA Joel Retornaz e compagni, dopo un round robin fatto di 4 vittorie, 3 k.o. e il secondo posto finale, partono sfavoriti perché gli avversari, più esperti, con un bilancio di sei-uno, il girone lo hanno vinto e, sabato, il relativo scontro diretto (8-3). Invece... Al termine di una partita corsa sul filo dell’equilibrio e non adatta ai deboli di cuore, pronostico smentito. Tre a tre al termine del 6° end, 4-3 Danimarca alla fine del 7°, poi la svolta al 9°, con gli azzurri capaci di piazzare due punti e di portarsi sul 5-4. L’Italia, al 10° e ultimo, dopo alcuni errori pesanti, pare spacciata. I danesi, a quattro stone dal termine, hanno tre punti in casa. Ma gli azzurri si difendono miracolosamente e, per una fatto di centimetri, ne subiscono uno solo. Su situazione di parità (5-5), è spareggio. La Danimarca va a punto e poi gioca in difesa. Restano due stone: il biancorosso Rasmus Stjerne posiziona la propria, ma è Amos Mosaner, con una doppia bocciata, a ribaltare il match, a chiudere il conto (6-5) e a regalare all’Italia un sogno.
LA FESTA Porta anche la firma di Simone Gonin, Daniele Ferrazza e Andrea Pilzer, guidati da coach Soren Grand e dal d.t. Marco Mariani. L’uomo copertina, insieme a Mosaner, eroe di giornata, è Retornaz, già presente a Torino 2006: «Nonostante i 34 anni – dice lo skip – non ho dormito. Questo risultato significa tanto: ce lo siamo meritati. È il più importante della mia carriera. Volevo che i miei brividi di dodici anni fa diventassero quelli dei miei compagni». Così sarà: gli azzurri, ai Giochi, sfideranno Canada, Giappone, Gran Bretagna, Norvegia, Stati Uniti, Svezia, Svizzera e la stessa Danimarca, poi capace di battere i padroni di casa. Già, la Danimarca, giustiziera dell’Italdonne di Diana Gaspari. In volata, di un soffio (5-4). Ma per una squadra così Pechino 2022 non è lontana.