La Gazzetta dello Sport

L’INTERMINAT­OR Semaforo viola per il Napoli Spalletti resta primo e attacca

Sarri non riparte, la Fiorentina si merita lo 0-0: niente sorpasso Il tecnico nerazzurro (come Mou) stuzzica i rivali: «Fogne ancora vuote...»

- ARCHETTI, BIANCHI, BREGA, CECCHINI, GRAZIANO, MALFITANO, G. MONTI, TAIDELLI,

Mamma, ho perso la vittoria. Mamma, ho perso anche il gol. Povero Napoli, piovono i primi fischi sulla sua testa. Accompagna­ti da pioggia e un cielo cupo che sembravano condivider­e la tristezza dello stadio quasi pieno. Credeva di assistere alla rinascita e alla riconquist­a del primo posto. Invece no. Il Napoli non riesce a tornare. C’era uno striscione in curva che recitava: «I migliori sono grandi incassator­i. Napoli, rialzati e prendi a pugni il campionato». Ma pare che il doppio montante Juve-Champions l’abbia proprio messo k.o. Contro una buona Fiorentina è rimasto a terra e per fortuna c’è stato il trionfo degli 0-0. Lo status quo della classifica è l’unica consolazio­ne. Magra, perché era dal 2010 che il Napoli non segnava per 2 gare di fila in casa. E con Sarri non era mai successo.

LA CHIAVE I motivi della crisetta (in fondo, sono solo due gare perse – inclusa quella evitabile col Feyenoord se fosse stata decisiva – e una pareggiata) sono abbastanza semplici. Il Napoli non ha più la sua forza trainante: la fascia sinistra. L’infortunio di Ghoulam è ancora una ferita che Sarri non riesce a cicatrizza­re. E l’assenza di Insigne ha creato la voragine in quella fascia, un tempo dominio e fonte di gran parte delle occasioni del Napoli. E come se alla squadra mancasse un braccio. E la conseguenz­a è l’incartamen­to della manovra che tanti applausi aveva suscitato. Quando Sarri dice che non è una questione fisica non ha tutti i torti, o comunque non è il problema principale. Qualche giocatore è un po’ spompato, vero, ma le cose migliori il Napoli le ha mostrate nella ripresa. Anche grazie alla Fiorentina che ha deciso di proteggere il pareggio, ma significa che il fiato c’è. Il problema risiede nella lentezza del giro palla, nella perdita della verticaliz­zazione, nei meccanismi inceppati. Poi bisogna dare i giusti meriti alla Fiorentina. Nel primo round è stata la miglior viola della stagione, nonostante la delusione Chiesa, forse tradito dalla tensione. Pioli ha cercato di sorprender­e gli azzurri. Lui è bravo a modificare e «mischiare» i sistemi di gioco. È partito con un 4-3-3 ma siccome il Napoli all’inizio sembrava quello vero, dopo nemmeno 10 minuti ha risistemat­o la squadra con un 4-4-1-1, con Thereau addosso a Jorginho e Benassi attaccato ad Hamsik. Poi in uscita allargava Chiesa e Simeone, cercando le imbucate di Thereau (o Veretout da dietro) nella seconda veste di falso nove. Chiuse due fonti di gioco e con le fasce ammaccate, il Napoli è andato in difficoltà: nemmeno un tiro in porta in 45’. E tanti cross in area a difesa schierata: con quei piccoletti davanti è dura segnare così. La Fiorentina invece ha avuto un paio di belle occasioni. La migliore con Simeone che si è fatto ipnotizzar­e da Reina. La musica è cambiata nel secondo round, un po’ per la voglia del Napoli di reagire e molto per l’atteggiame­nto della Fiorentina che ha pensato al punticino. Però se regali campo qualche rischio col Napoli lo prendi di sicuro. Zielinski ha avuto una pallagol, ma uno strepitoso Sportiello ha respinto il tiro sul palo. La seconda l’ha avuta Mertens servito da Allan, il migliore del Napoli. Sportiello ha detto no anche a lui. Insomma, il Napoli per mezzora ha mostrato di essere vivo e «verticale» ma la sensazione è che glielo ha permesso la Fiorentina. Pioli ha operato cambi di… contenimen­to (per dire, Sanchez in fascia per Thereau esausto con lo spostament­o di Veretout dietro Simeone), Sarri ha cercato polmoni freschi, ma Allan (per Rog) non l’avremmo tolto. Casomai Hamsik, in crisi d’ispirazion­e.

RIPARTENZE La Fiorentina sembra essersi messa decisa sulla via giusta. Trova continuità nel gioco e nei risultati: è il 4o utile di fila. Se vogliamo, deve trovare un po’ più di coraggio e consapevol­ezza di sé. Il Napoli ora ha un periodo da una gara a settimana dove può ricercare gli automatism­i e magari, soluzioni alternativ­e a sinistra. Insigne tornerà presto, si spera. Ghoulam no. E lo scudetto non aspetta.

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AFP L’occasione da gol capitata sul sinistro di Piotr Zielinski, 23 anni
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LAPRESSE Qui sopra, soddisfazi­one viola; più in alto, delusione azzurra

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