ZUCCHERINO Bonaventura show: Gattuso si scongela
NEVE A SAN SIRO E IL MILAN BATTE IL BOLOGNA (2-1)
La doppietta di Jack (che aveva segnato anche a Benevento) regala a Ringhio la prima gioia e il settimo posto in classifica che vale l’Europa League
Gattuso pesca dal mazzo un Jack e il suo Milan stavolta non si incarta. Due gol di Bonaventura servono a fare pace con il gol e la vittoria a San Siro che mancavano dal 20 settembre e a dare una botta di fiducia a una squadra che sarebbe un errore non considerare ancora convalescente, soprattutto nella sua ricerca di Kalinic e dunque della porta. E che però è sembrata anzitutto vogliosa di guarire: capace di tirare 21 volte (4 i respinti), di segnare nel primo quarto d’ora come non le succedeva in campionato da agosto, di reagire a una legnata sui denti (l’1-1). Una squadra non più paurosa di vincere – o di non riuscire a farlo, che poi è lo stesso – e soprattutto sintonizzata con quanto le chiede il suo nuovo allenatore. Diversamente sarebbe uscita malconcia dalla sfida fra due 4-3-3 allo specchio, ma riflettenti immagini diverse: le ovvie incertezze di un progetto ancora in embrione contro l’organizzazione di una squadra, il Bologna, a cui ancora una volta non è mancato il gol (quinta gara di fila), ma forse la cattiveria di decifrare fianco scoperto o attimo per colpire l’avversaria. Anche ieri è andato sotto ma non è crollato, però ha regalato spazi che Bonaventura ha saputo leggere benissimo.
DIFESA A 4 Per la squadra di Gattuso il rischio era noto: l’ansia di dover fare per forza qualcosa. Nel suo caso, vincere. Così, alla prima da tecnico nel suo stadio, per mettere le pezze necessarie al momento aveva scelto di ripartire dalle cose semplici. Primo salvagente gettato, e il Bologna ha faticato a sgonfiarlo: ritorno alla linea a 4 dietro, a costo di perdere molta della spinta di Rodriguez, per evitare tre contro tre troppo scoperti in fase di ribaltamento, vista la vitalità della linea Verdi-Destro-Palacio. Altre istruzioni per l’uso: più ricerca della verticalità e miglioramento nel governo della gara anche per gestire cali nel finale. E questo si è visto quando il Bologna nel finale ha cercato il secondo pari.
RIMORCHIO Se Gattuso aveva immaginato un approccio ideale del Milan, l’ha visto nei primi 10’, fino al gol dell’1-0. Bologna schiacciato fino a rattrappirsi in un 4-5-1, ma senza possibilità di ripartenze: l’aggressione giusta per sporcarne il palleggio e la consueta pendenza a destra per attivare Suso. Donadoni sapeva di dover diffidare dello spagnolo e aveva mandato sulle sue tracce Donsah in prima battuta per evitare a Masina test crash
I rossoneri ritrovano la vittoria a San Siro: mancava dal 20 settembre
Partenza sprint del Diavolo, sofferenza dopo l’1-1. Poi è Borini l’uomo in più
troppo diretti, ma quando Kessie ha iniziato a cavalcare sulle stesse zolle costringendo il ghanese a dirottare pure su di lui le sue attenzioni, la gabbia è saltata. Nonostante il sacrificio di Palacio, che non a caso poco dopo Donadoni ha invertito di fascia con Verdi. Ci si chiedeva: e l’asse Bonaventura-Borini? Risposta immediata, quando Montolivo ha invitato Abate al cross, Kalinic ha spizzato di testa in testa a Helander e Jack è arrivato a rimorchio per spiazzare Mirante.
GLI EX INCOMPRESI Che fosse un nuovo Milan si è visto anche poco dopo. Piccoli episodi, ma significativi: un rinviaccio di Bonucci in fallo laterale quando forse un tempo avrebbe giocato la palla; una copertura difensiva con recupero di Montolivo, festeggiati quasi come un gol. Ma c’è sempre una beffa in agguato, per il Milan di questi tempi. E farsi far male proprio da due ex incompresi rientra perfettamente nel momento: l’1-1 è stata una bella gara di bellezza fra lo spunto di Destro – che ha bruciato secco Musacchio, già molto risucchiato fuori di suo – e il sinistro di prima intenzione di Verdi.
IL NUOVO MILAN Un gol che ha restituito scioltezza ai meccanismi rodati e alle folate del Bologna e ne ha tolta al Milan. Gattuso ha cercato di ridargliela con la scossa elettrica Cutrone (frenetico nell’allargarsi e avvicinarsi alla punta centrale) e un 4-4-2 con Bonaventura e Suso larghi ma non troppo. La compattezza del Bologna per un po’ non ha fatto una piega e Donadoni (una punta per una punta: Okwonkwo per Palacio) neanche, ma la chiave è stata anche Borini in versione terzino adattato: forse Verdi lo ha attaccato meno di quanto avrebbe dovuto, fatto sta che l’ex bolognese ha indovinato il cross su cui Bonaventura si è avventato con tanta rabbia da travolgere il fin lì perfetto Torosidis. E forse così è nato il nuovo Milan di Gattuso: ha rischiato una nuova beffa (miracolo di Donnarumma su Taider, traversa di Masina e chance per Pulgar, tutto nel giro di 1’) ma ha tenuto. Un po’ di nervi e molto con la testa. Più che aver sofferto, ha saputo soffrire: del resto Gattuso era uno che lo faceva piuttosto bene.