La Gazzetta dello Sport

GATTUSO «LA COPERTA È CORTA LA STRADA È ANCORA LUNGA MIGLIORARE DIFESA E FORMA»

Rino non fa proclami: «Noi in Champions? Ora penso partita dopo partita. E intanto vedo che la squadra mi segue»

- Alessandra Gozzini

Afine partita Gattuso spintona qualcuno dei suoi giocatori, ma a fin di bene: li incita ad andare a sentire più da vicino l’applauso della curva. Un attimo prima Rino si era raccolto insieme alla sua squadra quasi all’altezza del suo «vecchio» centrocamp­o: gruppo abbracciat­o in un cerchio e allenatore in mezzo alla catena. E’ la prima vittoria del nuovo corso e l’esultanza sotto il nevischio ci sta, anche perché per Rino era stato molto più freddo: a Benevento e giovedì scorso in Croazia. Era tutto un altro clima anche l’ultima volta che Gattuso si trovò impegnato a San Siro con il Milan. A metà maggio 2012 faceva ovviamente più caldo di ieri sera e anche se lo scudetto era ormai andato lo stadio era piano. Rino era il capitano, in panchina sedevano in sette e il Milan vinse in rimonta sul Novara. Cinque anni più tardi Gattuso guida il Milan, ma dal limite dell’area tecnica e stretto nella divisa casual da allenatore, la squadra non rimonta ma si fa rimontare e poi soffre per la vittoria e l’atmosfera è quella che è, ghiaccia come il tempo e l’umore. Lo stadio si era scaldato per salutare il ritorno dell’ex mediano, accolto con un boato alla lettura delle formazioni e più tardi con un applauso e dal coro con il suo nome.

PETTO NUDO La partita di Rino era stata altrettant­o calorosa: in giacca a -1 aveva «coperto» la sua zona di competenza, su e giù davanti alla panchina, e colpito duro gli avversari che ieri non avevano gambe ma stoffa sì. E dopo un errore in area di Suso, Rino se l’era presa con la lunga pezza di stoffa con il nome dello sponsor: la Fly Emirates si era arrotolata dopo il calcione dell’allenatore. Ed è sempre Gattuso – non un uomo dello staff come succede di solito – a richiamare ad ampi cenni Cutrone che si stava scaldando per velocizzar­e il cambio.

GRAZIE ALLA SQUADRA Poi Rino dirà: «Senza giacca? Potevo stare anche a petto nudo e non avrei sentito nulla»… Nell’analisi della partita l’allenatore è ancora adrenalini­co: «La coperta è corta e c’è ancora tanta strada da fare, ma ringrazio la squadra per questa vittoria, so che ha dato tutto. Io sono in tensione anche quando gioco a calcio balilla con mio figlio, figuriamoc­i se lotto per questa maglia. Quando mi rivedo magari sono inguardabi­le ma durante non ce la faccio: vivo il calcio e i rapporti così, in modo schietto e sincero. In settimana però non me la sono presa con nessuno – ride –, sono cambiato. Ho rispetto per l’amico Montella e tante cose del suo lavoro le ho conservate: ci vuole solo più intensità nel recupero palla e maggiori verticaliz­zazioni. La classifica è ancora quello che è: la Champions? Non credo a nulla, solo a pensare partita dopo partita e vedo che la squadra mi segue. Ora ci aspetta il Verona in Coppa Italia e l’allenament­o di domani mattina (oggi, ndr) alle dieci e mezzo. Bisogna battagliar­e, altrimenti non si va da nessuna parte».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy