La Gazzetta dello Sport

E’ la notte delle nostre stelle elle nostre stelle

Campioni e leggende Festa in rosa per gli oscar dello sport • Cairo fa gli onori di casa e il presidente del Coni Malagò si esalta per i tanti titoli individual­i del 2017 Anche Pancalli fiero dei suoi ragazzi

- Serena Gentile Gian Luca Pasini MILANO

Il freddo intenso che attanaglia la città si scioglie con il caldo degli applausi e della passione per lo sport. La grande scritta che sta all’ingresso degli Studios di Via Mecenate è un emblematic­o riassunto di quello che racconterà la serata: il rosa è il colore delle stelle. E sul palco sfilano emozioni e campioni in un gigantesco cocktail di imprese sportive che raccontano l’anno che sta per terminare.

SUPER COPPIA Emozioni di tutti i tipi, a cominciare quelle che suscita Francesco Totti, che a pochi mesi da quel 28 maggio che ha fatto commuovere migliaia di tifosi (non solo romanisti) apre la serata con la nomina come Legend dello sport italiano, per una carriera lunga venticinqu­e anni, il duetto con Gigi Buffon che poco più là riceve il premio di Uomo dell’anno, è l’abbraccio fra due quarantenn­i legati dalla stessa passione e da una lunga rivalità. Ma come accade nella vita, il groppo in gola si stempera sempre in una battuta, quando Urbano Cairo sul palco gli ricorda di quella volta in cui all’Olimpico, a un quarto d’ora dalla fine, gelò il Toro con due gol. «Potevi stare in panchina ancora un po’», scherza il presidente granata. E il capitano, pronto. «Beh, c’ero abituato». Per poi aggiungere: «Dipendesse da noi calciatori, non smetteremm­o mai...». Le imprese si inseguono sotto il ritmo incalzante posto da Enrico Bertolino e Cristina Fantoni: la serata propone un numero imprecisat­o di stelle dello sport.

ORGOGLIO «E’ un grande orgoglio per me – racconta Urbano Cairo, in sala nella doppia veste

di presidente del Torino, ma sopratutto di Rcs Mediagroup – che la Gazzetta dello Sport possa raccoglier­e tanti campioni in una sola serata come accaduto per questi Sports Awards. E’ indubbio che questo giornale è un punto di riferiment­o non solo per il calcio, ma per tutte le discipline sportive».

VERSO I GIOCHI Poco prima il presidente del Coni, Giovanni Malagò, aveva condensato così la stagione: «Ci sono poche altre annate in cui abbiamo vinto così tanto a livello individual­e,

POCHE VOLTE ABBIAMO VINTO COSÌ TANTO INDIVIDUAL­MENTE GIOVANNI MALAGÒ PRESIDENTE DEL CONI DIPENDESSE DA NOI CALCIATORI, NON SMETTEREMM­O MAI FRANCESCO TOTTI BANDIERA DELLA ROMA

condensand­o un gran numero di vittorie in Mondiali ed Europei, in tante discipline diverse. Poi è chiaro che tutto prende una connotazio­ne negativa e pessimisti­ca quando pensiamo a come è andata a finire l’avventura del calcio, sulla strada che doveva portare ai Mondiali di Russia. Negli sport di squadra, allargando il discorso alle altre discipline, non sono arrivate medaglie, ma tante Nazionali si sono fermate ai quarti. Ci siamo, siamo vicini al podio. Nello sport è così: vuole dire che dovremo raddoppiar­e gli sforzi e studiare nuovi investimen­ti per arrivare a compiere l’ultimo metro». E sulla ormai vicinissim­a Olimpiade invernale, in calendario in Sud Corea in febbraio, Malagò azzarda e si sbilancia un «in doppia cifra» per l’Italia, pensando al medagliere.

CHE SORPRESA Ricordi che arrivano dal passato come quando Thomas N’Kono il portiere del Camerun del 1982 (l’anno in cui l’Italia vinse il Mondiale), a sorpresa, viene a festeggiar­e Gigi Buffon, che da ragazzino aveva visto nel portiere africano il suo idolo, tanto da decidere di chiamare anche uno dei suoi figli proprio come lui. O come quando Carlo Verdone invita Francesco Totti a convincere il figlio a giocare al calcio, perché Roma ha bisogno di un Totti. Dal calcio, alla pallavolo, quando salgono sul palco le rappresent­anti della Nazionale Sorde che ha conquistat­o in estate l’argento olimpico in Turchia.

ESEMPI POSITIVI Le ragazze e la loro allenatric­e raccontano che non hanno paura della parola Sorde, ma che vogliono solo avere il tifo della gente. E subito dopo Luca Pancalli, presidente del comitato paralimpic­o italiano, va diritto al cuore del problema. «Grazie a questi straordina­ri atleti, l’attenzione della gente resta accesa su i problemi di tanti ragazzi e tante ragazze che non diventeran­no mai campioni paralimpic­i, ma che con queste problemati­che, nel nostro Paese, devono convivere tutti i giorni, per tutta la vita. Siamo portatori sani di energie», chiude Pancalli. I Gazzetta Sports Awards servono anche a raccontare storie come queste. Sipario e arrivederc­i al 2018, con tanti altri campioni e campioness­e da celebrare...

GRAZIE AI NOSTRI CAMPIONI: SONO PORTATORI SANI DI ENERGIE LUCA PANCALLI PRESIDENTE CIP CHE ORGOGLIO RIUNIRE TANTI CAMPIONI IN UNA SOLA SERATA URBANO CAIRO PRESIDENTE RS MEDIAGROUP

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