La Gazzetta dello Sport

Buffon vince e non molla «Giocherò fino a quando sarò utile»

Gigi: «Le lacrime contro la Svezia per non aver dato gioia agli italiani Euro 2020? Vivo alla giornata...»

- Fabiana Della Valle MILANO

Gigi sorride. Completo chiaro, dolce vita scuro. Si guarda le mani, l’attrezzo del mestiere. «Ventitrè anni di parate e non ho neanche un callo». Scorrono le immagini della festa dell’ultimo scudetto. Gigi Buffon è l’uomo dell’anno, il miglior atleta del 2017. Riceve l’anello, simbolo dei Gazzetta Sports Awards, e poi quasi si commuove guardando il video messaggio di Iker Casillas, avversario sempre leale. «La prima volta che ci siamo affrontati mi chiese i pantalonci­ni, li usava come pigiama», racconta il numero uno.

LACRIME E SORPRESE Gigi resta sul palco a lungo, improvvisa un siparietto co n Massimo Giletti, grande tifoso bianconero, che quasi lo implora di non ritirarsi: «Vivo alla giornata. L’Europeo 2020? Non lo escludo...». Si concede una battuta: «Sapete perché io gioco ancora a 40 anni e Casillas e Julio Cesar no? Perché sono amico del presidente Agnelli». E poi l’amarezza Nazionale: chi butterebbe giù dalla torre tra Tavecchio e Ventura? «Nessuno dei due. Si vince e si perde tutti insieme. A volte si confondono le colpe con i limiti. Le lacrime dopo la sconfitta con la Svezia rappresent­avano la delusione di un uomo che non è riuscito a dare agli italiani quel momento di gioia che si ha con il Mondiale. L’uomo ha il diritto di emozionars­i e di piangere». E Gigi s’emoziona parecchio quando si presenta sul palco Thomas N’Kono, l’uomo che ha segnato indelebilm­ente la sua carriera: «M’innamorai del ruolo di portiere guardandol­o in tv quando giocava nel Camerun. Quando fece la sua partita d’addio gli feci una sorpresa: mi presentai da lui all’improvviso, non avevo nemmeno le scarpe».

EROE DI BERLINO Gigi ha fatto un’infinità di parate, la Gazzetta ne ha scelte quattro: un tiro di Recoba in Parma-Inter (2000), un balzo prodigioso su Inzaghi nella finale di Champions con il Milan (2003), un intervento su Zidane nella finale mondiale di Berlino 2006 con la Francia e un guizzo su Dani Alves in Juve-Barcellona nella penultima finale di Champions (2015). «La mia preferita è quella su Zidane, anche perché delle quattro partite è l’unica che ho vinto. Non la più difficile, ma la più importante».

TRIPLETE? PERCHÉ NO Ci saranno altre parate, perché il lavoro di Buffon non è ancora finito. La Juventus è in corsa per scudetto e Champions: «Adesso che siamo più vicini alla vetta ci sentiamo meglio. Triplete? Fino a quando c’è vita, c’è speranza. Quando si ha la fortuna di competere su più fronti non bisogna scegliere: la Juve deve puntare al massimo. Poi quel che arriva, arriva... L’anno scorso andò tutto bene, peccato per l’ultimo “scalone” di Cardiff. Il Tottenham è da prendere con le molle, ha grande fisicità e 5-6 elementi di grande tecnica. Impone un ritmo forsennato. Nel doppio confronto è temibile». Buffon ha saltato l’Inter ma punta la Roma: «Sto meglio, ho un ematoma che spero di smaltire il prima possibile». Infine il quarto posto nella corsa al Pallone d’oro: «Per un portiere vincerlo sarebbe un risultato incredibil­e. Fa piacere, però sono arrivato anche secondo: la mia è una parabola discendent­e». Ma per quanto la vedremo ancora in campo? «Fino a quando sarò utile...: vorrei rispondere così. Dopo l’eliminazio­ne contro la Svezia ho ricevuto tantissimo affetto. La gente ha capito che non ho maschere e ha apprezzato». Così come apprezza le sue incredibil­i parate.

PUNTIAMO AL MASSIMO, SIA IN CAMPIONATO SIA IN CHAMPIONS GIANLUIGI BUFFON PORTIERE JUVENTUS SIAMO IN CORSA SU PIÙ FRONTI, LA JUVENTUS NON DEVE SCEGLIERE

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BOZZANI Gianluigi Buffon, 39 anni, premiato dal vicedirett­ore vicario della Gazzetta, Gianni Valenti
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