Nazionale sorde, che novità: impresa ed emozione
Le azzurre del volley, argento iridato, hanno conquistato tutti: «Mai avuta tanta visibilità, siamo solite a un basso profilo»
Era l’estate scorsa. Un video cominciò a girare tra social e siti, Instagram story e post su Facebook. Ci sono loro che cantano l’inno nella lingua dei segni. Una immagine che ha fatto il giro della rete e delle tv. Fu uno straordinario volano, ci si accorse che a Samsun, in Turchia, si stavano svolgendo i Deaflympics, i Giochi per atleti sordi, una dei più affollati e importanti eventi sportivi del mondo. Accadde per quelle ragazze che sul campo poi riuscirono a raggiungere il più bel traguardo di sempre: la Nazionale di pallavolo vinse l’argento, inchinandosi solo al Giappone delle professioniste. Emozionarono. Tanto che quei momenti sono rimasti impressi nella testa e nel cuore non solo loro, ma anche dei lettori di Gazzetta, che gli hanno assegnato il premio per lo sport paralimpico, davanti nientemeno che a sua maestà Bebe Vio e alla grandissima Assunta Legnante. Luca Pancalli, presidente del Comitato Paralimpico, le coccola con gli occhi: «Questo premio, al di là della loro splendida impresa, è la dimostrazione che il nostro è un mondo ampio e variegato». Non parole di circostanza: le scelse per dare quell’emozione cantando l’inno davanti al presidente della Repubblica Mattarella all’inaugurazione del Centro sportivo Paralimpico Tre Fontane.
BASSO PROFILO Quella medaglia era un sogno. «L’obiettivo era salire sul podio». Ilaria Galbusera, Miss Mondo 2011 nel concorso dedicato alle ragazze sorde, attrice e videomaker, soprattutto capitana di questa Nazionale, c’era anche prima: a Taipei 2009 fu un sesto posto, diventato settimo a Sofia 2013. «Era la prima volta per atlete sorde fra le nomination di Gazzetta. Siamo abituate a un basso profilo, non abbiamo mai avuto così tanta visibilità». Insieme a Loredana Bava, d.t. della squadra, è appena tornata dal Ghana: venti giorni per collaborare e far crescere il movimento del volley per sordi in Africa. A Ilaria si ispira Simona Brandani, con lei a Samsun e sul palco, dove a premiarle c’era una regina come Elisa Di Francisca: «La gara con gli Stati Uniti mi rimarrà nel cuore, come a tutte noi. Era la semifinale, pochi scommettevano su di noi. Ancora non ci credo». E’ la capitana della Nazionale under 21, che a Palermo sarà protagoniste agli Europei 2018.
IN DUEMILA L’emozione di tutte è rappresentata da Federica Biasin: «Passiamo da un sogno all’altro. Prima la medaglia dei Deaflympics, ora il premio Gazzetta, una sorpresa magnifica». Anche per l’allenatrice dell’argento, Alessandra Campedelli: «Inimmaginabile come essere qui. Mi sto gustando anche ora quei momenti». Lo sport per sordi è entrato nelle case grazie a queste dodici azzurre, ma è un movimento con quasi duemila atleti nella Federazione Sport Sordi, presieduta da Guido Vanecchia e fra quelle del Cip: «Orgogliosi di loro. Questo premio di Gazzetta coinvolge tutti noi e ci spinge a fare sempre meglio».