La Gazzetta dello Sport

Manassero, il gentiluomo: «La vittoria di questo sport»

La sportività dell’azzurro: «Nessuno mi aveva visto ma non volevo rimanere col dubbio di aver fatto qualcosa di sbagliato»

- Simone Battaggia MILANO

Matteo Manassero lo ricorda così, quel giorno di settembre in Olanda, al Klm Open, torneo dell’European Tour. «Ero davanti, tra i primi 10. Arriviamo alla buca 12, col primo colpo finisco nel bunker. Lì non c’erano telecamere, non c’era pubblico. Mi sistemo per il colpo, ma all’ultimo momento mi accorgo che a 30 centimetri dalla pallina c’è un pò d’erba in rilievo, come una zolla. Apro comunque il braccio per colpire, il bastone parte e ho la sensazione che sfiori quei fili d’erba, prima di toccare la pallina». Nel golf questo è un problema. Perché il regolament­o dice che, quando sei in un bunker, non puoi nemmeno sfiorare ciò che non sia attinente al bunker stesso, quindi tendenzial­mente soltanto sabbia. Altrimenti scatta una penalità, sono due punti in più da segnare sullo score.

IL DUBBIO Matteo ormai ha colpito, e pure bene. Chiuderà quella buca con un birdie, cioè con un colpo in meno rispetto al par, nonostante fosse finito nella sabbia. Però il dubbio gli viene, e così va dall’arbitro. «Gli ho chiesto cosa dovessi fare. Avevo avuto quella sensazione strana, mi era sembrato di aver sfiorato quella zolla che non doveva essere là». Il giudice non decide subito. Prende tempo, vuole consultars­i con la giuria. Un quarto d’ora dopo, alla fine della buca 13, arriva la risposta. «Mi ha detto che stava a me decidere. Loro non potevano giudicare. Nessuno mi aveva visto, non c’erano telecamere e non c’erano testimoni, solo io potevo sapere se avevo infranto o no quella regola». E così Matteo decide. Conta poco il fatto che sia settimo, conta ancora meno che la stagione non stia andando bene e che due colpi siano oro per migliorare un po’ moneylist, ranking, fiducia. Conta sopratutto ciò che è il golf per lui. «Non volevo rimanere con il dubbio di aver fatto qualcosa di sbagliato. Ho sentito dentro di me che forse quella zolla l’avevo toccata davvero, e che non avrebbe avuto senso fare finta di niente. La penalità non data è un beneficio per me, ma per gli altri sarebbe stata un torto. Così ho preso il mio score e ho segnato i due colpi in più. Alla fine chiuderò 17°». Manassero è contento di aver ricevuto il Gazzetta Award per il gesto di fairplay, perché «viene premiato il golf per quello che è». Enrico Bertolino lo stuzzica. «Hai fatto un fallo di cui nessuno si era accorto, ti sei autodenunc­iato e ti sei punito. Non è che sei nato nel Paese sbagliato?». I colleghi che stavano giocando con lui quel giorno, invece, gli avevano reso onore con dei tweet.

A CASA Proprio ieri è giunta la notizia che il prossimo Open d’Italia sarà ospitato al Garda Golf di Soiano del Lago, in provincia di Brescia. Dove Matteo Manassero è cresciuto e dove in questi giorni, tempo permettend­o, si sta allenando. «Ne sono felice, ma non credo che sarà un vantaggio per me. Certo, il campo lo conosco, ma in quei quattro giorni le condizioni saranno totalmente diverse».

 ?? BOZZANI ?? Matteo Manassero, 24 anni, riceve in dono da Daniele Massaro, 56, la maglia del Milan, la sua squadra del cuore
BOZZANI Matteo Manassero, 24 anni, riceve in dono da Daniele Massaro, 56, la maglia del Milan, la sua squadra del cuore

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy