La Gazzetta dello Sport

Il Verona con l’ex Pazzini per battere due tabù

L’Hellas non ha mai vinto a San Siro e non va nei quarti di Coppa da 28 anni: Turnover Pecchia: «Gioca chi sta bene»

- Matteo Fontana VERONA

Ci sono voluti un derby in formato-maratona, il gol di Fares a pareggiare quello di Pellissier, due tempi supplement­ari estenuanti nel freezer del Bentegodi, e una serie di calci di rigore condotta a suon di piazzati precisi (compreso un ardito “cucchiaio” di Marco Fossati) per aggiudicar­si il pass per gli ottavi di Coppa Italia. Il Verona c’è arrivato, due settimane fa, battendo il Chievo e si è preso il biglietto per una sfida, quella al Milan, che è un tabù da superare.

STORIA CONTRO Ci proverà, il Verona, a compiere un’impresa che, nella sua storia, è sempre rimasta un sogno sfocato: vincere a San Siro. Una missione impossibil­e che non si è realizzata né con i rossoneri, né con l’Inter. Talvolta l’Hellas c’è andato vicino – nell’ultimo caso, a dicembre 2015, giocò per quasi un tempo in superiorit­à numerica per l’espulsione di De Jong: fu 1-1 –, ma è rimasto a secco, e spesso pure beffato: «Siamo contenti di poter giocare questa gara. In Coppa Italia puntiamo a fare la nostra parte», dice Fabio Pecchia, che il Milan lo ritroverà anche domenica al Bentegodi, in campionato. Il tecnico gialloblù ha faticato a digerire i punti gettati con la Spal, con quel duplice vantaggio sprecato nel vortice di un finale da tregenda, un sabba di spiriti cattivi che ha tolto al Verona una vittoria su cui sentiva di aver già messo le mani: «Resta l’amarezza – sospira Pecchia –, perché c’erano già dei rimpianti per quanto accaduto con il Bologna e il Genoa. Dobbiamo essere ancora più forti».

ROTAZIONE Stasera, comunque, sarà un Verona all’insegna del turnover. In mattinata, dopo la seduta di rifinitura, Pecchia comunicher­à la lista dei convocati. Non ci saranno Cerci e Büchel, che ieri hanno svolto un allenament­o differenzi­ato e che non parteciper­anno alla trasferta di Milano. Per il resto, anticipa l’allenatore, «giocherà chi sta meglio e ha più energie». Pronti per il via, dunque, Silvestri (che al debutto con l’Hellas è stato grande protagonis­ta col Chievo: esaltato dal clima di Coppa, vissuto anche in Inghilterr­a, con il Leeds, la sua respinta sul rigore di Pellissier è stata decisiva), Heurtaux, Souprayen, Romulo, Fossati e Fares. Possibile che Giampaolo Pazzini, un ex, che è in ripresa dal fastidio al tendine d’Achille che l’ha rallentato in queste settimane – è entrato nell’ultimo scorcio di gara con la Spal, dopo aver saltato la partita con il Genoa –, riprenda posto al centro dell’attacco: «L’infortunio è alle spalle – chiarisce Pecchia –, ora deve recuperare la condizione». Al gruppo saranno aggregati dei giovani della Primavera.

ALTRO TABÙ Il Verona cercherà di superare un altro incantesim­o, quello che lo vuole incapace di raggiunger­e i quarti di Coppa Italia da 28 anni. L’ultima volta fu nel 1988-89: l’Hellas, superati i primi due gironi eliminator­i, affrontò poi il Pisa, vincendo in casa per 2-1. In trasferta, però, fu sconfitto per 1-0 (segnò Beppe Incocciati a 5’ dalla fine) e uscì. Era il 25 gennaio. Soltanto pochi giorni prima, a Bologna, Claudio Paul Caniggia si era spezzato una gamba dopo uno scontro fortuito con Ivano Bonetti. In panchina c’era Osvaldo Bagnoli, che nel 1983 e nel 1984 aveva condotto l’Hellas alla finale di Coppa, poi persa, con Juve e Roma. Da quel giorno in poi, il Verona, al massimo, ha toccato gli ottavi. Per fare meglio servirà un miracolo a Milano.

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GETTY Giampaolo Pazzini, 33 anni, terza stagione al Verona

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