La Gazzetta dello Sport

Dalbert, Karamoh e Cancelo: la panchina milionaria fa flop

L’occasione di scalare le gerarchie: nella serata no di Coppa anche Pinamonti, alla prima da titolare con Spalletti

- Matteo Brega MILANO

Yuto Nagatomo spiazza Perilli: solo al settimo calcio di rigore l’Inter ha la meglio sul Pordenone

Centoventi minuti per una parziale sentenza. Almeno di primo grado, mettiamola così. Nell’Inter giocano quasi sempre i soliti perché chi dovrebbe spingere per superarli nella gerarchia interna evidenteme­nte non è ancora pronto. Le prestazion­i di Dalbert, Karamoh e in parte quella di Cancelo hanno mostrato un distacco più che altro mentale da tutto il resto del gruppo. Il Pordenone, onestissim­o e brillantis­simo dentro il Meazza, doveva essere l’avversario giusto per dimostrare che le sedute ad Appiano Gentile stanno fruttando. Invece no. Invece l’atmosfera generale è stata da riscaldame­nto spento, dentro un frigorifer­o che si sarebbe dovuto trasformar­e in un fornetto a microonde per cuocere l’entusiasmo dei friulani.

DISTANZA La Super Motivazion­e, come Spalletti ha definito giustament­e il top player della squadra di Leonardo Colucci, ha azzerato il divario tra la capolista della Serie A e la quinta forza della C. Pur senza alcuni titolari – Miranda e D’Ambrosio squalifica­ti, Joao Mario febbricita­nte – l’Inter avrebbe dovuto chiudere la pratica prestissim­o. Perché il secondo torneo stagionale deve essere l’occasione migliore per mettere in difficoltà l’allenatore toscano. Invece è emersa la distanza tra una squadra – quella che gioca con più regolarità – e l’altra – quella schierata ieri sera -, tra chi è abituato e chi si deve abituare. La sfida con il Pordenone avrebbe dovuto lasciare a Spalletti nuove certezze sul prato del Meazza. Invece la serata ha riportato alla mente che questa rosa necessita forse prima del previsto qualche ritocco. A gennaio sarà impossibil­e aggiungere top player, sia per motivi finanziari sia perché mancano i presuppost­i per portare a Milano giocatori di livello da inserire in un contesto che in campionato funziona benissimo.

DELUSIONE Ieri sera i milioni spesi per Dalbert e Karamoh sono evaporati di fronte al lavoro cesellato dalla squadra di Colucci. Il terzino sinistro non ha spinto come avrebbe dovuto sulla fascia sinistra, continuand­o a mostrare una certa timidezza che inizia a diventare preoccupan­te. L’ala francese invece si è buttato nella mischia, ha provato, ha sgommato, ma l’imprecisio­ne e la scarsa convinzion­e ne hanno limitato la prestazion­e. Davanti a lui Candreva resta irraggiung­ibile. Per adesso difficile pensare che Spalletti possa affidarsi al giovane Yann per aprire una partita. Nella serata decisament­e pessima finisce anche Pinamonti, all’esordio da titolare con Spalletti. Poco servito, l’attaccante ha mostrato movimenti alla Icardi senza però avere l’occasione di far vedere se anche lui come il capitano sa trovare la porta. L’ingresso di Mauro e di Perisic nel finale hanno confermato che per alzare il livello servono loro. Che poi sia un discorso mentale, di condizione o di tecnica lo dirà solo il tempo. Da oggi la testa torna sul campionato. La settimana prevede un altro ostacolo friulano, questa volta l’Udinese di Oddo. Il Meazza risponderà presente come ieri. Il pubblico, quello sì, non ha subito alcun calo d’attenzione.

I duelli che hanno visto impegnato ieri Dalbert contro gli esterni del Pordenone. Di questi il brasiliano ne ha vinti soltanto 2

I dribbling tentati e non riusciti ieri a Yann Karamoh, esterno d’attacco arrivato all’Inter in prestito con diritto di riscatto dal Caen in estate

I palloni persi dal portoghese Cancelo nel corso dei 120 minuti. A questi si aggiungono gli errori in fase di impostazio­ne: 15 passaggi sbagliati

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