Esperti, giovani e laureati nel Padova vincente di Bisoli Ora vanno convinti i tifosi
Nonostante prezzi stracciati soltanto in 4-5mila allo stadio Arriva un altro socio: a Oughourlian il 20%
«Caro Babbo Natale, per quest’anno l’unico desiderio è quello della promozione in Serie B». Potrebbe iniziare così la letterina, non solo virtuale, che in tanti da Padova hanno spedito, sperando di ricevere poi il dono a maggio. Intanto la realtà dice che la squadra di Bisoli è campione d’inverno con una giornata d’anticipo e con un vantaggio di 6 punti sulla seconda, la Sambenedettese. In più la società veneta si è appena rafforzata: il 20% delle quote è stato ceduto a Joseph Oughourlian, 45 anni, francese di origine armene che opera nel mondo finanziario, appassionato di calcio e che ha già investito con i colombiani del Millonarios e i francesi del Lens. EUFORIA Padova respira il profumo della vetta, quello che mancava in serie C1 da trent’anni, campionato 1986-87, culminato guarda caso con la promozione. La storia più recente racconta della cavalcata vincente nei dilettanti, dopo la retrocessione dalla B e la mancata iscrizione nel 2014. Il nuovo capitolo iniziò tre anni e mezzo fa, quando Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto rifondarono completamente la società. Bergamin ha lasciato, qualche mese fa, il comando a Bonetto, che ha fissato l’obiettivo più importante, con una vera propria rivoluzione, portando giocatori come Pinzi, Belingheri, Pulzetti e Capello. Lo scorso giugno ha inviato il figlio e vicepresidente, Edoardo, assieme al direttore generale Zamuner a convincere Pierpaolo Bisoli, in vacanza a Lerici.
SERGENTE DI FERRO Il Padova, quello vincente, è nato davanti al golfo dei Poeti: una chiacchierata, la stretta di mano e il giorno dopo Bisoli era già in Veneto pronto per la nuova avventura, dopo l’esperienza di Vicenza. L’allenatore ha parlato chiaramente alla piazza, mettendo in campo lavoro, fermezza e carisma, piazzandosi in difesa della squadra nei momenti difficili (l’esordio con sconfitta 3-0 contro il Renate), ma anche lanciando talenti baby come Marcandella e Cisco. Lo dice il proverbio, «padovani gran dottori», e nello spogliatoio i libri non mancano: il portiere Bindi si è da poco laureato in psicoeconomia, il difensore Cappelletti lunedì scorso ha discusso la tesi in mediazione linguistica. Per la lode finale mancherebbe solo la gente, con le presenze all’Euganeo attorno alle 4-5.000 persone, nonostante una campagna abbonamenti low cost. Adesso tocca ai padovani rispondere e, sarà la posizione da capolista, dopo tanta diffidenza si torna a parlare del Padova nelle piazze e nei caffè. Perché il sogno chiamato Serie B non sia soltanto una favola di Natale e il titolo di campione d’inverno un trofeo che si sciolga come la neve al primo sole.