La Gazzetta dello Sport

TEST IN PISTA

Tanta potenza subito E per il freno motore si spinge un pulsante

- Stefano Cordara

Le moto elettriche sembrano appartener­e a un futuro lontano. Ma quando improvvisa­mente ti ci ritrovi seduto sopra, pronto per entrare in pista, capisci che il futuro è qui e la «rivoluzion­e silenziosa» è ormai lanciata. Ho avuto modo di provare la CRP da competizio­ne qualche tempo fa. Una moto «nativa» elettrica, sviluppata apposta per correre. Salire su una moto che fa il rumore delle macchinine radiocoman­date con cui si divertono i miei figli, può lasciare un po’ spiazzati. Quando guidiamo le moto «termiche» siamo abituati a utilizzare molto il senso dell’udito per sfamare la nostra brama di potenza. Il gran numero di scarichi aperti venduti «aftermarke­t» lo certifica. Più si fa rumore, più si va forte. E l’elettrica? Silenzio. L’udito non serve e questo può anche falsare la percezione della potenza.

NIENTE LEVE Differenze? A parte il rumore, sono i comandi a essere diversi. Non c’è leva della frizione e nemmeno quella del cambio, in compenso c’è un pulsante (sempre sul semimanubr­io sinistro) che si aziona con il pollice. È quello del freno motore, che va generato” ad hoc, perché il motore elettrico ha lo stesso freno motore di una bicicletta: zero. Premendo quel tasto, in staccata o in percorrenz­a di curva, si ottiene quindi una coppia frenante (che ricarica anche le batterie) che può essere tarata a piacimento su valori che vanno dal 15 al 50% di quella motrice. Serve qualche giro per capire a fondo il mondo delle competizio­ni in elettrico, perché l’erogazione è «tutto subito», non c’è un picco di coppia, le masse in gioco sono consistent­i, la distribuzi­one dei pesi differente, c’è molto carico sull’avantreno e la moto tende a essere un po’ pesante nei cambi di direzione.

RUMORI Serve un po’ di tempo anche perché i primi giri servono per riprenders­i dal disorienta­mento dato dal silenzio totale in cui si viaggia. Ma silenzio non è il termine corretto: non c’è il rumore del motore, vero, in compenso gli altri rumori ci sono e si sentono eccome. Anzi, senti tutto quello che normalment­e non sentiresti: il sibilo dei dischi in frenata, lo sbatacchia­re della catena sul forcellone nei passaggi da accelerazi­one a decelerazi­one. Il vento che corre lungo il casco. Quando sei in pista, importa poco se quello che guidi faccia «brum» o «zzzzz». Alla fine, elettrico o a scoppio che sia il motore, si devono fare le stesse cose: staccare, accelerare, curvare e andare più forte degli altri. Ci si diverte? La risposta è sì.

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