NON CI SONO VINCITORI
C’è molta tristezza nel leggere la puntata natalizia della telenovela Donnarumma. Per il ragazzo, soprattutto. Per come ancora una volta lui e la sua famiglia si stiano prestando a giochi torbidi e decisamente proibiti. La letterina firmata da Gigio e recapitata a fine settembre dal legale di riferimento di Mino Raiola al Milan è di quelle che vanno di traverso a prima vista.
C’è molta tristezza nel leggere la puntata natalizia della telenovela Donnarumma. Per il ragazzo, soprattutto. Per come ancora una volta lui e la sua famiglia si stiano prestando a giochi torbidi e decisamente proibiti. La letterina firmata da Gigio e recapitata a fine settembre dal legale di riferimento di Mino Raiola al Milan è di quelle che vanno di traverso a prima vista. Non esattamente una letterina a Babbo Natale: «Pressioni psicologiche, ho firmato ma non ero sereno», il sunto del suo papiro anticipato ieri dal Corriere della Sera. Qualcuno ci spieghi a che tipo di pressione psicologica può essere stato sottoposto un ragazzo di 18 anni per firmare un contratto che fino al 30 giugno 2021 gli garantirà 5,5 milioni netti a stagione (più bonus, e più il contratto al fratello Antonio). Imbarazzante per chi ha messo un autografo sotto una missiva del genere. Non ci sono altre parole per commentarlo. I legali lo definiscono «vizio del consenso», ma sostenere che Donnarumma sia stato circuito per firmare quel contratto appare davvero un’impresa impossibile, come attraversare l’Atlantico a nuoto. Il problema, come spesso accade, ha un nome e un cognome: Mino Raiola. La sua tattica è sempre la stessa. Portare lo sconquasso in una società all’apparenza debole e incassare più denari possibili per sé e i suoi assistiti. Poco gli importa di far indossare a Gigio il costume di «Dollarumma» da cui era riuscito a fuggire dopo la firma estiva. Raiola avrà anche tutte le ragioni dalla sua perché il Milan prospettato in estate non è mai nato per mancanza di risultati, perché le promesse di Fassone sigillate da una stretta di mano non si sono trasformate in realtà, perché la clausola legata al rinnovo non è mai stata depositata in Lega, un fatto comunque grave che la società dovrà spiegare in modo adeguato per evitare di passare come corresponsabile. Ma il metodo usato, quella lettera autografata da Gigio e dalla sua famiglia, gridano davvero vendetta. E fanno passare dalla parte del torto il portierone destinato a ereditare la maglia di Buffon in Nazionale. Il futuro di Gigio, a questo punto, appare segnato. Il Milan non andrà in Champions la prossima stagione e, per sopravvivere, dovrà cedere con ogni probabilità il suo gioiello più prezioso. Nessuno in rosa può raggiungere la valutazione di Donnarumma, nonostante la sua stagione (complice la squadra) non sia certo esaltante. La lettera a sua firma però lo farà passare per il Grande Traditore e nello stesso tempo attenuerà la rabbia dei tifosi verso una società che non riesce a trattenere i suoi gioielli. Una sconfitta per tutti. Per il Milan, per Gigio e anche per il suo procuratore, ancora una volta additato come l’uomo nero del calcio. Certo, il Milan con un colpo di coda, potrebbe proporre a Gigio il prolungamento del contratto con nuova clausola (questa volta depositata regolarmente). Ma servirebbe solo a rinviare il problema alla prossima lettera. Alla fine potrebbe convenire un accordo con Raiola, l’uomo nero che diventerebbe alleato... Chissà.
Dopo aver trovato un’apparente serenità con la vittoria contro il Bologna, il Milan contava di poter trascorrere un Natale tranquillo. Gattuso che già ha mille difficoltà, avrebbe meritato di poter lavorare in pace senza trovarsi pacchi bomba a sorpresa sotto l’albero. Il caso Donnarumma ha aggiunto un altro problema, come se non bastasse la battaglia quotidiana per dare credibilità a una società che ancora deve dimostrare di meritare il museo in cui festeggia con sponsor e amici. Sarà una battaglia su più fronti. E solo una nave davvero forte non farà la fine del Titanic. Occhio agli iceberg.