Corvia: reti, ricordi e picconate «Col Fondi all’assalto dei 100 gol»
Bomber alla prima esperienza nella terza serie: «Il presidente Pezone si è ricordato di me e io lo ripago»
A33 anni, lo scorso novembre, è sbarcato per la prima volta in Serie C e l’impatto è stato super. Tre reti in 6 presenze (un gol ogni 123 minuti) per permettere al Fondi di scrollarsi di dosso l’ultimo posto del girone C e portarsi (quasi) a ridosso della zona playoff. Daniele Corvia ha voglia di rivalsa: «Dopo il fallimento del Latina mi sono ritrovato a spasso. Da svincolato in tanti si sono un po’ dimenticati di me, per questo ringrazio il presidente Pezone. Il suo entusiasmo mi ha contagiato e così eccomi qui. Il Racing Fondi senza la falsa partenza potrebbe tranquillamente dire la sua in zona playoff». PRESENTE Domenica una sua doppietta (più un assist) ha steso l’Akragas, Corvia anche in C non ha perso il feeling con la porta: «Vorrei arrivare a quota 100 gol in carriera. Me ne mancano 9 (86 reti in campionato e 5 nelle coppe, ndr) e conto di farcela già quest’anno». Il club l’ha blindato fino al 2019: «Il presidente ha grandi progetti e non nego che mi piacerebbe concludere la carriera in B. Sarebbe bello scrivere la storia e farla col Fondi». Una tranquilla salvezza subito e l’anno prossimo puntare in alto: «Adesso la B se la giocano Lecce e Catania. Tifo per i giallorossi con i quali ho vissuto tre stagioni stupende. Che ricordi la promozione in A, segnando 17, gol e la salvezza l’anno successivo. Non ci credevano in molti...».
SCHIETTO Romano e romanista, Corvia non dimentica i 13 anni tra giovanili e prima Squadra in giallorosso: «Che personalità Capello nel gestire uno spogliatoio pieno di campioni e al tempo stesso dare fiducia a ATTACCANTE RACING FONDI noi della Primavera. Gli allenamenti con campioni come Totti, Cassano e Montella erano uno spettacolo...». Proprio il neodirigente romanista è stato importante per Corvia: «Francesco è straordinario. Con noi giovani non faceva pesare minimamente il suo ruolo, anzi ci coccolava e riempiva di consigli. È stato triste vedere il suo addio al calcio: senza Totti è come se alla Roma mancasse un pezzo di cuore».
SASSOLINI E in merito alla crisi del calcio italiano Corvia ha le idee chiare: «La colpa non è degli stranieri, ma dei regolamenti. Tra liste bloccate e giovani che devono giocare si è abbassato il livello in B e in C. Se uno è bravo, gioca lo stesso. Non servono queste regole che danno spazio solo a ragazzi non pronti che a 23 anni diventano over e smettono o vanno a lavorare». Corvia si toglie anche qualche sassolino in merito alla vicenda Latina: «Dopo il caos Parma di due anni fa, le istituzioni del mondo del calcio avevano detto “mai più un caso simile”. E invece l’anno scorso siamo rimasti 13 mesi senza stipendi. Inoltre la Lega ha fatto tante chiacchiere senza risolvere i problemi».