La Gazzetta dello Sport

Corvia: reti, ricordi e picconate «Col Fondi all’assalto dei 100 gol»

Bomber alla prima esperienza nella terza serie: «Il presidente Pezone si è ricordato di me e io lo ripago»

- Nicolò Schira

A33 anni, lo scorso novembre, è sbarcato per la prima volta in Serie C e l’impatto è stato super. Tre reti in 6 presenze (un gol ogni 123 minuti) per permettere al Fondi di scrollarsi di dosso l’ultimo posto del girone C e portarsi (quasi) a ridosso della zona playoff. Daniele Corvia ha voglia di rivalsa: «Dopo il fallimento del Latina mi sono ritrovato a spasso. Da svincolato in tanti si sono un po’ dimenticat­i di me, per questo ringrazio il presidente Pezone. Il suo entusiasmo mi ha contagiato e così eccomi qui. Il Racing Fondi senza la falsa partenza potrebbe tranquilla­mente dire la sua in zona playoff». PRESENTE Domenica una sua doppietta (più un assist) ha steso l’Akragas, Corvia anche in C non ha perso il feeling con la porta: «Vorrei arrivare a quota 100 gol in carriera. Me ne mancano 9 (86 reti in campionato e 5 nelle coppe, ndr) e conto di farcela già quest’anno». Il club l’ha blindato fino al 2019: «Il presidente ha grandi progetti e non nego che mi piacerebbe concludere la carriera in B. Sarebbe bello scrivere la storia e farla col Fondi». Una tranquilla salvezza subito e l’anno prossimo puntare in alto: «Adesso la B se la giocano Lecce e Catania. Tifo per i gialloross­i con i quali ho vissuto tre stagioni stupende. Che ricordi la promozione in A, segnando 17, gol e la salvezza l’anno successivo. Non ci credevano in molti...».

SCHIETTO Romano e romanista, Corvia non dimentica i 13 anni tra giovanili e prima Squadra in gialloross­o: «Che personalit­à Capello nel gestire uno spogliatoi­o pieno di campioni e al tempo stesso dare fiducia a ATTACCANTE RACING FONDI noi della Primavera. Gli allenament­i con campioni come Totti, Cassano e Montella erano uno spettacolo...». Proprio il neodirigen­te romanista è stato importante per Corvia: «Francesco è straordina­rio. Con noi giovani non faceva pesare minimament­e il suo ruolo, anzi ci coccolava e riempiva di consigli. È stato triste vedere il suo addio al calcio: senza Totti è come se alla Roma mancasse un pezzo di cuore».

SASSOLINI E in merito alla crisi del calcio italiano Corvia ha le idee chiare: «La colpa non è degli stranieri, ma dei regolament­i. Tra liste bloccate e giovani che devono giocare si è abbassato il livello in B e in C. Se uno è bravo, gioca lo stesso. Non servono queste regole che danno spazio solo a ragazzi non pronti che a 23 anni diventano over e smettono o vanno a lavorare». Corvia si toglie anche qualche sassolino in merito alla vicenda Latina: «Dopo il caos Parma di due anni fa, le istituzion­i del mondo del calcio avevano detto “mai più un caso simile”. E invece l’anno scorso siamo rimasti 13 mesi senza stipendi. Inoltre la Lega ha fatto tante chiacchier­e senza risolvere i problemi».

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