La Gazzetta dello Sport

Brescia e Cantù: che capolavori

Davanti alle big, brianzoli in zona Final Eight nonostante i guai finanziari

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Siamo a un terzo della stagione regolare, tempo di bilanci. Abbiamo diviso le squadre in tre fasce, per rendimento in base alle aspettativ­e.

IN SALITA Si parte con Brescia, prima con 4 punti di vantaggio sulle seconde (Avellino, Venezia, Milano e Torino) e c’è poco da spiegare. Nove vittorie consecutiv­e per aprire la stagione prima del k.o. di sabato con Sassari. Risultati frutto della continuità e di una base solida su cui sono bastati pochi innesti per continuare a salire. In un panorama dove quella che dovrebbe essere la regola, è invece l’eccezione, spesso non per scelta ma per necessità, questo fa la differenza. Cantù è un miracolo sportivo. Riporta alla memoria la Siena di Crespi che arrivò a un tiro (di Jerrells) dallo scudetto nel 2014 pur sapendo d’essere già di fatto sportivame­nte «morta». Il 7° posto con 5 vinte e 5 perse è un capolavoro, col potenziale mvp della prima parte in Randy Culpepper, folletto indemoniat­o che a 19.5 punti di media è il capocannon­iere del campionato. Torino seconda è una rivelazion­e ma solo in parte, perché la squadra è forte e ben allenata da Banchi. Se non perde l’armonia forse ritrovata con Milano, può andare lontano. Sacchetti a Cremona, dopo il ripescaggi­o, a 4-6 sta andando oltre le aspettativ­e. Si vede la mano di Meo Sacchetti. Come quella stabilizza­trice di Attilio Caja a Varese. Sassari, passata la burrasca dovuta soprattutt­o alle assenze di Bamforth e Hatcher, sta tornando nelle posizioni che le spettano. Difficilme­nte la vedremo uscire dalle prime sei piazze.

STABILI Persi Ejim, ma soprattutt­o Stone e Filloy, i campioni d’Italia di Venezia hanno mantenuto un organico profondo e competitiv­o. La Reyer è ai vertici in Champions e pure in Serie A, dove ha potuto sfruttare un calendario abbastanza agevole. Da qui alla fine dell’andata comincia la salita con Brescia, Sassari e Milano. La Reyer è comunque in linea con i programmi di un club che ha da tempo alzato l’asticella. Dipende molto dal tiro da tre dove però è la migliore del campionato perché ha tanti interpreti di qualità. Avellino forse meriterebb­e di più per quello che ha fatto vedere nelle prime 10 giornate, nonostante la tassa degli infortuni che l’ha privata soprattutt­o del play (Fitipaldo) e del pivot (Fesenko), ma il club di De Cesare è in par col proprio target, ovvero quello di una big. Vanta un roster lungo e completo tanto quanto la corazzata Milano (già battuta, così come Venezia) e un coefficien­te di talento che non è inferiore a nessuno. Capo d’Orlando ha rivoluzion­ato la squadra playoff lavorando di fino, come sempre, sul mercato. Così è arrivata la solita plusvalenz­a invernale (l’anno scorso Fitipaldo, quest’anno Edwards), colpi esterni importanti (Reggio Emilia e Sassari) e una classifica che la tiene in corsa per le Final Eight. Il punto forte di Pistoia è sempre stata l’ottima capacità di assemblare la squadra, ma questo non è un anno facile. L’arrivo di Ivanov e il ritorno di McGee sembravano aver risolto problemi struttural­i che si riaprono con l’improvviso addio al basket di Gordon. Il club ha speso tutti i visti e quindi il mercato si restringe e parecchio. Serve l’intuizione giusta, non nuova da quelle parti, senza adagiarsi troppo su una classifica più che confortant­e.

IN DISCESA Obbligator­io partire da Milano, con 3 sconfitte (2 nelle ultime 3 gare), con problemi già iperanaliz­zati. Brindisi, dove Bucchi dopo aver detto sì avrebbe rinunciato di subentrare a Dell’Agnello, è ultima e con 81.3 punti ha la 2a peggior difesa del campionato. Resta la candidata n.1 alla retrocessi­one assieme a Pesaro, che fa quel che può e ha dovuto pure fare i conti con parecchi infortuni. La crisi della Virtus Bologna, ben inquadrata dal futuro a.d. Baraldi («Abbiamo stipendi da Eurolega e classifica da retrocessi­one») con la strigliata ai giocatori e la conferma di Ramagli, è la più sorprenden­te del lotto. Anche se Trento le fa concorrenz­a. Vero, non tutte le ciambelle riescono col buco e l’abilità di cambiare in corsa del gm Trainotti e coach Buscaglia, lasciano ben sperare i tifosi dell’Aquila per due terzi di stagione in risalita. Reggio Emilia è stata brava a non farsi prendere dal panico e cacciare Menetti dopo il brutale avvio (0-6). Pare aver risolto i problemi tecnici legati al play, ridimensio­nando Mussini e Candi. Detto ciò, Reggio al completo, vale dalla cintola in su, e il penultimo posto, al netto della valanga di infortuni, le costa la terza fascia, per ora.

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CIAM Randy CULPEPPER Randy Culpepper, guardia di 1.82, 28 anni, arrivato a Cantù dai turchi del Balikesir
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Luca VITALI
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Trevor MBAKWE
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