MA NIENTE BIS DEL CASO CONTADOR
Vincenzo Nibali ha ragione. «Non è un bel giorno per il ciclismo nè per lui...». Chiamatela «Bomba» Froome, un ordigno a orologeria pronto a esplodere sul ciclismo, anzi sullo sport mondiale.
Vincenzo Nibali ha ragione. «Non è un bel giorno per il ciclismo nè per lui...». Chiamatela «Bomba» Froome, un ordigno a orologeria pronto a esplodere sul ciclismo, anzi sullo sport mondiale. Il conto alla rovescia è scattato e già l’annuncio ha avuto un effetto devastante sullo sport più bersagliato (anche perché spesso si rende bersaglio). L’Uci nel comunicato ufficiale non parla di positività, perché il salbutamolo (sostanza contenuta negli antiasmatici più comuni) è consentito fino a una certa soglia. Froome ha ampiamente superato quella soglia, ma può ancora dimostrare di averne fatto un uso terapeutico e non un abuso. Sarà l’ufficio legale dell’Uci, sulla base dei report della CADF (Fondazione antidoping del ciclismo)e di Sky, a stabilire se Chris ha torto o ragione. Fino a quel momento, Froome non può essere sospeso e quindi non può essere considerato formalmente «positivo».
Apprezziamo lo sforzo di arrivare a stabilire una volta per tutte se un corridore è «positivo» o non lo è andando oltre quel compromesso orrendo del «non negativo». Auguriamo a Froome di potersi dimostrare in regola con le norme antidoping, anche se i precedenti di Ulissi, Petacchi, Volandri... per quanto diversi (anche nelle pene applicate) non giocano a suo favore. Volendo guardare oltre i fatti, può sorprendere che l’anomalia (tasso di salbutamolo doppio del consentito) sia stata contestata a Chris il 20 settembre, nel giorno della crono mondiale che il britannico ha concluso al terzo posto(se risulterà definitivamente positivo perderà quel bronzo mondiale?) e alla vigilia delle elezioni presidenziali dell’Uci, che hanno portato al cambio della guardia tra l’inglese Brian Cookson e il francese David Lappartient.
Noi vogliamo essere garantisti fino in fondo. Ma il problema riguarda i tempi e la certezza dei risultati a cui il regolamento dell’antidoping dovrebbe contribuire. Ci indigna il fatto che un atleta, e in questo caso il numero uno della stagione a due ruote, possa continuare a correre sub iudice. Chiediamo al ciclismo di evitare un altro caso Contador. Vi ricorderete che Alberto risultò positivo al Tour de France(vinto) del 2010, corse tutta la prima parte del 2011 fino a rivincere il Giro d’Italia per essere poi squalificato a distanza di mesi, perdendo a posteriori tutto quello che aveva conquistato dal luglio 2010. Situazione paradossale e dannosa per la credibilità dello sport.
Il controllo è stato eseguito il 7 settembre, atleta e società (Sky) sono stati avvertiti il 20 delle stesso mese. Avrebbero già elaborato una strategia difensiva e si dicono «tranquilli». C’è tutto il tempo perché l’Uci decida se quei valori siano comunque riconducibili a un uso terapeutico del Salbutamolo (Froome è risaputamente asmatico) o se ne abbia abusato. C’è anche il tempo perché corridore o Wada possano ricorrere all’arbitrato del Tas.
Ma, per favore, si arrivi al via della nuova stagione con una risposta chiara. Il britannico, che ha vinto 4 Tour e una Vuelta e ha già annunciato la sua partecipazione al prossimo Giro d’Italia, sia considerato «positivo» e quindi squalificato oppure «negativo» e quindi libero di correre ed eventualmente vincere in ogni corsa del calendario.
Ha ragione Nibali quando dice che «Non è un gran giorno per il ciclismo né per lui...». E non lo è nemmeno per noi, che continuiamo a credere in un sport che continua a farsi del male.