La Gazzetta dello Sport

GIGIO PIANGE IL MILAN RIDE

Battuto il Verona: derby di Natale

- Andrea Elefante MILANO

Contestato dalla curva, Donnarumma quasi in lacrime dopo lo striscione («Vattene, la pazienza è finita»). Suso, Romagnoli e Cutrone risolvono la partita (3-0). Viola okay con la Samp (3-2) con due rigori di Veretout. Stasera Lazio-Cittadella

Via i cattivi pensieri e sotto con l’Inter, il 27 dicembre. Con le prime volte degli altri, Gattuso aveva già dato: dopo il primo punto in A concesso al Benevento, evitato l’inedito assoluto della prima vittoria del Verona a San Siro. Con la fatal Verona, figuriamoc­i: il Milan aveva dato con gli interessi e non era proprio il caso, anche se il bilancio di Coppa Italia contro l’Hellas recitava sei pareggi e una sconfitta. Dunque quarti di finale per la nona edizione consecutiv­a, con un 3-0 così agevole da mettere in discesa anche la non facile serata di Gigio Donnarumma, ormai nella bufera. E il derby post natalizio adesso non è più solo una suggestion­e di queste vacanze calcistich­e molto english style.

OCCHI DIVERSI Premessa d’obbligo: Milan e Verona hanno guardato a questa sfida con occhi abbastanza diversi. Senza Cerci e Buchel, in panchina Verde e Pazzini per 90’, Pecchia ha pensato - deve pensare - anzitutto al campionato. Gattuso no: ha scelto un Milan vero, diciamo molto vicino a quello titolare. Anche se poi, sul 3-0, si è potuto permettere di far riposare il trascinato­re di ieri, Suso, Bonaventur­a e Montolivo, passando ad un più «comodo» 44-2. Del resto in campionato la lotta per l’Europa (League) si fa sempre più convulsa e la strada alternativ­a della Coppa Italia è sempre più importante. E poi, quando non ci sono ancora certezze assolute, se ne cerca una nella continuità, non solo di risultati: anzitutto il 4-3-3, ma non solo. Dunque verticalit­à alternata a percorsi esterni per arrivare in area, e così ieri ha portato al tiro 11 giocatori diversi. Dunque solidità: reparti meno slegati, distrazion­i in calo e dopo cinque gol presi in tre gare dell’era Gattuso, la prima volta a porta indenne.

AVVIO FATICOSO Per dire di un Milan che è comunque ancora alla ricerca di regolarità basta rileggere i primi 20’ di ieri. Altro approccio, ritmo e intensità rispetto a domenica con il Bologna. Altra libertà concessa al Verona di piazzare due linee strette a protezione non passiva dei suoi territori: Fossati e Zuculini - il più basso dei due mediani, a volte quasi sulla stessa linea dei centrali - in aggression­e alta su Bonaventur­a e Kessie; Romulo e Lee puntuali nella doppia fase; Bessa un po’ tampinator­e di Montolivo e un po’ incursore alle spalle del fatiscente Kean; terzini in discesa libera appena possibile. Quasi più di Rodriguez e Calabria, nonostante la consegna per Suso e soprattutt­o Cutrone di attaccare la porta stringendo molto, ma con sincronism­i perfettibi­li, verso André Silva.

IL RISCHIO Per il Milan una semi-invenzione di Bonaventur­a - tiro a giro fuori di poco - e stop: serviva un colpo improvviso, o una distrazion­e del Verona che dir si voglia. E il consueto black out a cui ancora Pecchia non ha trovato rimedio è arrivato puntuale al minuto 22: cross dalla destra di Suso, alla prima delle molte libertà di cui ha potuto godere, e Souprayen ha avviato un «ciapanò» in area che Silvestri ha visto spegnersi direttamen­te alle sue spalle. L’ideale per annacquare le sicurezze del Verona. Ma certi vizi, tipo combinarne di tutti i colori una volta in vantaggio (Gattuso dixit), sono ancora difetti congeniti: come domenica, dopo 2’ il Milan ha rischiato il pareggio e come domenica ci ha messo una pezza Donnarumma, su Zuculini ispirato da Romulo quasi indisturba­to.

DOMENICA IL BIS Ma come domenica i gattusiani hanno resettato e sono ripartiti, ap-

Il tecnico calabrese ripropone il 4-3-3 e poi blinda il risultato con il 4-4-2 Per la prima volta dal cambio in panchina i rossoneri non prendono gol

profittand­o delle recidività di un Verona come sempre più portato ad attaccare che a difendere. E ancora poco impermeabi­le (eufemismo) quando dal cielo è piovuto un altro pallone su cambio gioco di Bonaventur­a: sponda bella ma senza opposizion­e di André Silva e anticipo secco di Romagnoli su Heurteaux. Lì il Verona si è sciolto e la liquefazio­ne, fatta di scollament­i ed errori in serie, si è fatta rassegnazi­one quando ad inizio ripresa Fossati ha girato male il possibile 2-1 e 3’ dopo Cutrone ha staccato di testa in splendida torsione su cross, guarda caso, di Suso. Antonelli, Cutrone e Biglia (traversa) hanno solo sfiorato il 4-0, ma a quel punto tutti pensavano già a domenica. Si replica al Bentegodi: sarà un altro Verona, sicurament­e negli uomini, e al Milan potrà dire qualche (altra) verità in più.

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G 1 Patrick Cutrone, 19 anni G 2 Suso, 24 anni, festeggia con i compagni la rete che ha sbloccato il risultato G 2 Il tap-in di Alessio Romagnoli, 22 anni, per la rete del 2-0 G 3 Cutrone firma il terzo gol con un colpo di testa ANSA-LAPRESSE
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Riccardo Montolivo, 32 anni

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