La Gazzetta dello Sport

CUADRADO AL QUADRATO CON LUI A SEGNO, LA JUVE HA VINTO 11 VOLTE SU 12

1Undici vittorie (e un solo k.o.) quando segna il colombiano. E se il gioco si ingolfa, palla a lui

- Matteo Dalla Vite

Il colombiano si rivela prezioso per Allegri Marchisio e Pjaca saranno i veri rinforzi

Si è visto contro l’Inter. E una decina di altre volte: se la Juve si impantana, palla a Cuadrado o dentro Cuadrado (dalla panchina). E qualcosa cambia. A volte tutto. Questa è la storia di un giocatore che Antonio Conte voleva tanto e che poi ha mollato; e che la Juve ha preso, lasciato, ripreso, riscattato perché convinta che uno come lui non c’è. Certo, poi è venuto il brasiliano Douglas Costa, ma un giocatore cresciuto a pane e Italia come il colombiano - quindi imbevuto di dribbling e sacrificio difensivo - no, non c’è.

ISTRUZIONE JUVENTINA Juan Cuadrado è uno sorridente. E questo già vale un bel po’. E’ sviluppato­re di calcio come di scherzi e sorrisi: poi a volte esonda e deraglia (tipo un anno fa quando se ne andò da Vinovo o nella finale di Cardiff), ma Massimilia­no Allegri sa che contare su di lui significa avere un giocatore capace di cambiare marcia, di arretrare fino a fare il terzino, di sedersi in panchina ed entrare come se nulla fosse successo. E’ il vigile che smuove il traffico impantanat­o: se il gioco si ingolfa, dentro lui qualcosa si muove. La crescita dell’ala colombiana in questi tre anni di Juventus è evidenziat­a anche dalle medie voto: 6,34 il primo campionato (2015-16), 6,18 il secondo e finora un corposo 6,54. Il tutto frutto di gare in cui ha scosso e percosso il dirimpetta­io: come Biraghi contro la Fiorentina (con assist a Mandzukic), come Santon contro l’Inter, come a Lisbona contro lo Sporting quando un suo guizzo accende l’azione per l’1-1, oppure ad Atene, perfetto a segnare l’1-0 su taglio e appoggio facile. La trasformaz­ione di Cuadrado nasce da tanta Italia (Lecce e Fiorentina) ma anche da un’istruzione juventina: avrà anche fatto degli errori, passati o recenti, ma è cambiato da così a così sul campo.

CUADRADO MAGICO Juan non è un giocatore da molti gol all’anno. Ma quando segna la Juve sa di avere mezzo piede nella casella «tre punti in più». Da quando è alla Juventus, il Café Colombia ha segnato in dodici partite (12 gol) e solo in un’occasione la sua rete non ha portato la vittoria: successe contro il Bayern Monaco, serata dura di Champions. Per il resto, Juan porta bene. Anzi benissimo. Andando a ritroso, i suoi gol contro Olympiacos, Benevento, Spal, Genoa, Samp, Inter, Lione, Palermo, Frosinone, Fiorentina e Torino hanno portato tutti tre punti e in tre occasioni per 1-0. Una sentenza.

TERZINO A MEDELLIN In questo campionato è dietro nel conto dei dribbling (a Dybala, Douglas Costa e Higuain) ma è anche vero che nessun bianconero conta più cross su azione riusciti (15) di lui. Traversoni con un senso insomma. La Juve lo ha capito da tempo e ha concretizz­ato il riscatto nel maggio scorso, scattato anche con la vittoria del sesto scudetto di fila: 20 milioni al Chelsea pagabili in tre anni dopo i 5 milioni del momentaneo prestito. Cuadrado sta diventando imprescind­ibile proprio per il rendimento, perché ha imparato a fare le due fasi (cosa su cui Douglas Costa sta imparando) e perché se serve c’è anche la modalità terzino destro quando la gara è più impantanat­a del solito. «Credo che Allegri sappia che in Colombia ho iniziato a giocare proprio in quella posizione - ha detto il nazionale colombiano qualche settimana fa -: conosco il ruolo e mi metto a disposizio­ne». Succedeva nel Deportivo Medellin, la sua ultima squadra in Colombia prima di venir pescato dall’Udinese.

MIGLIORATO Le sue medie comparate con le altre del ruolo, lo vedono davanti negli assist (0,31 e 0,08), nei dribbling riusciti (1,38 e 0,8), nella percentual­e realizzati­va (23% contro l’11% della media-ruolo), nei cross (2,62 contro l’1,22) e nelle occasioni create (2,15 contro 0,98). I numeri sono questi. «Ha imparato a chiudere l’azione, è migliorato tantissimo» ha detto post-Benevento Allegri. E nel luglio scorso, quando il nome di Juan era dentro al mercato, il tecnico disse: «Giocatore importante, di quantità e qualità, che alla Juventus serve molto». E’ così.

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