SCOZZOLI RANA D’ORO BATTE IL MITO PEATY
Nei 50 rana l’azzurro (25”62) precede Prigoda e il fenomeno britannico: «Con l’aumentare dell’età ho aumentato pure la potenza»
L’oro dell’antidivo. Di un leader diverso. Del gigante buono Fabio Scozzoli, forza sempre distesa e l’attimo sempre colto al tocco, fino al 2013, quando un’operazione al ginocchio sinistro ha rischiato di farlo perdere. Il primo campione mondiale italiano in vasca corta ha compiuto d’inverno a 29 anni un’impresa simile a quella estiva realizzata da Federica Pellegrini («ma neanche morto abbandonerei questa gara, al massimo faccio solo questa gara»). Mister rana nei 50 degli Europei in vasca corta ha bruciato l’olimpionico Adam Peaty, anzi il marziano della specialità più tecnica arrivato a Copenaghen per fare la tripletta e rimasto con la faccia di bronzo. In 8 incredibili centesimi si riassume una grande storia: è la rivincita silenziosa di un romagnolo che ne ha passate tante per ritrovarsi. Pazientemente. Scozzoli raccoglie una gemma cronometrica che tra semifinale e finale riassume anche un altro duello sublime con il russo Prigoda, capace di eguagliare il record europeo dell’azzurro in 25”72, ma poi di perdere dallo stesso Scozzoli, feroce al tocco in 25”62, in progresso sin dalla batteria. «Conta la finale, i record sono fatti per essere battuti» guardava negli occhi l’orso russo.
RILANCIO Scozzoli si riprende la vetta d’Europa a modo suo, con discrezione antica. Ha visto trasformare la rana da tecnica pura a potenza muscolare: da Fioravanti a Peaty e Martinenghi passando per Kitajima. «I progressi più grandi del nuoto mondiale si vedono a delfino e a rana, dove la potenza conta di più. E io ho dovuto aumentare la potenza con l’aumentare dell’età». E poi c’era una volta il ragazzo Scozzoli allenato da un ungherese come Tamas Gyertyanffy che gli spiegava a Imola sino allo sfinimento l’importanza del gesto tecnico, e c’è adesso un uomo felicemente innamorato di un’altra ranista, Martina Cararo, con la quale convive («ma a casa di rana non si parla per non farci influenzare negativamente»), che dopo un tentativo all’estero dal tedesco Dirk Lange per allenarsi con l’olimpionico Cameron Van der Burgh, è tornato nell’aria serena di Imola per affidarsi a Cesare Casella, un altro che non alza mai la voce.«In certi momenti, anche negli ultimi anni, chi mi è stato vicino mi spronava, mi dicevano: sei sempre il migliore, ma io non riuscivo ad andare in finale agli Europei nel 2016. Ho avuto momenti difficili, gli alti e bassi ci sono per tutti. Tamas è stato l’allenatore perfetto per Fabio ragazzo, Cesare è l’allenatore perfetto per Fabio uomo, perché è un allenatore che cerca sempre il confronto, che ti fa capire: l’oro è dentro di te, non dentro l’allenatore. Nell’oro a 29 anni c’è Tamas che mi ha insegnato tanto nell’applicarmi sugli arrivi, sul tocco, a tuffarmi verso il muro. Io ho sempre vinto sui particolari». Che nel nuoto di oggi fanno sempre più la differenza: così anche Scozzoli ha dovuto spingersi oltre, e senza quella sua serenità interiore forse non ce l’avrebbe fatta. E ieri ha dedicato la medaglia a Mattia Dall’Aglio il nuotatore modenese morto ad agosto.
CIAMBELLE Due settimane fa diceva a Riccione che uno come Peaty non si poteva battere. «L’avevo sopravvalutato. Magari non tutte le ciambelle riescono col buco, lui è stratosferico, però qui sono venuti fuori i suoi punti deboli. Volevo essere il primo a cogliere una sua debolezza e così è stato. E’ andato tutto come doveva: questa è una bella vittoria perché c’erano tutti, perché battere Peaty non è scontato, anche se è in vasca corta, e perché ho migliorato un tempo che avevo fatto nel 2013, che era un altro Scozzoli, vuol dire che questo Scozzoli è migliore. Dove l’ho vinta? Ho fatto non dico la gara perfetta, ma quasi». E non si è pentito di voler diventare divo di un nuoto ad immagine e tv. «Se avessi voluto avere più spazio mediatico avrei dedicato più tempo a queste cose. Ad un invito tv preferisco una vasca. Ho scelto quello che sono. Non a fare il Grande fratello ma magari un giorno l’allenatore».