La Gazzetta dello Sport

TATTICA Inter, tanti attaccanti producono poco Inutile arrembaggi­o

Inserisce Karamoh prima ed Eder poi, chiudendo con cinque elementi offensivi: ma il volume non crea pericoli

- Matteo Brega MILANO

LA MOSSA TATTICA

L’Inter finisce la partita contro l’Udinese con cinque giocatori offensivi e tre difensori. Un messaggio chiarissim­o di Luciano Spalletti. Sotto prima di uno e poi di due gol, non ha potuto far altro che scuotere – o provarci – la creatura buttando dentro gli elementi più offensivi. Questo ha portato a eliminare la difesa a quattro e proporne una a tre con D’Ambrosio centro destra, Skriniar centrale e Miranda centro sinistra.

ESTERNI I compiti più dispendios­i nei minuti finali sono toccati a Candreva e Perisic che lungo le fasce hanno fatto ali e terzini. L’esterno della Nazionale in particolar­e ha confeziona­to 11 cross in tutta la partita, quasi la metà dell’intera squadra (25). Da quella parte sono partiti più traversoni: a sinistra, tra Perisic e Santon, si è arrivati in tutto a 4: 3+1. A destra li ha prodotti tutti Candreva perché D’Ambrosio non è riuscito ad effettuarn­e alcuno. Il finale di partita si è spostato sugli esterni ancora di più. Un po’ appunto per le posizioni più offensive delle due ali nerazzurre, un po’ per l’inseriment­o di Karamoh prima ed Eder poi. Con cinque elementi offensivi in campo contempora­neamente era logico provare ad allargare un po’ la difesa friulana. Idea non poi seguita dai fatti visto che nel finale l’Inter non ha costruito poi così tante occasioni per meritarsi il pareggio. A infastidir­e la squadra di Massimo Oddo è stato soprattutt­o Karamoh che nei minuti in cui è rimasto in campo (26) si è preso tre falli. Non poco, se si calcola che là davanti c’erano altre opzioni e che quindi evidenteme­nte è stato cercato spessissim­o in quel lasso di tempo. Ma come si poteva prevedere, i cinque difensori dell’Udinese sono riusciti a tenere le distanze, non perdersi in duelli individual­i e a far sì che il traffico – alla fine erano cinque difensori contro cinque attaccanti – virasse a proprio favore. L’ingresso di Eder per Vecino ha portato l’ex sampdorian­o a gravitare intorno a Icardi per sostenerlo, per provare con qualche scambio ravvicinat­o ad aprire un portoncino. Eder però ha giocato solo 6 palloni perdendone due. Insomma, a volte la fretta di trovare la giocata giusta fa rima con apprension­e e non con occasione. Così l’Inter si è infilata in un cono d’ombra: senza la condizione fisica e mentale che ti sostiene anche la lucidità ha finito per risentirne.

IMPRECISIO­NE Perisic, solitament­e razionale in giornate simili, non ha prodotto scompensi agli avversari. Ha tirato verso la porta quattro volte, tre delle quali senza trovare lo specchio. Brozovic peggio ancora, due tiri e nemmeno l’ombra della porta. Candreva e Icardi sono stati più precisi, non abbastanza però per piegare ancora Bizzarri. La mossa di Spalletti è una mossa che si vede applicata spesso in situazioni di emergenza, quando bisogna recuperare una situazione che evidenteme­nte il flusso normale della partita non può ribaltare. Giocare con cinque giocatori offensivi non è un’equazione perfetta che consente di arrivare più volte in porta. Borja Valero ha iniziato davanti alla difesa, ha fatto il trequartis­ta e ha chiuso ancora davanti alla difesa. Il suo cervello funziona con 58 passaggi positivi e 7 lanci arrivati a destinazio­ne. Con quel finale di partita a tenere il precario equilibrio generale perché Gagliardin­i andava a staccare di testa e spesso gli faceva compagnia pure Skriniar.

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