Il Napoli passeggia su un Toro confuso Belotti si sblocca Mertens ancora no
Kalidou Koulibaly, 26 anni, firma il primo gol dei tre gol segnati del Napoli, con un colpo di testa ravvicinato sugli sviluppi di un calcio d’angolo e ripigliamm’ tutt’ chell che è ‘o nuost». Il Napoli di «Savastano» Sarri mette in pratica una delle frasi cult di «Gomorra» e si riprende la testa della classifica, complice l’Udinese che ha abbattuto l’Inter a San Siro. I sarriani si sono fatti una passeggiata rigenerante nel freddo di Torino. Crioterapia, diciamo. Il Toro, troppo gasato dal successo a casa Lazio in undici contro dieci, nei primi 45 minuti di ieri è stato schiaffeggiato dalla capolista ritrovata. Rivisto per ampi squarci il Napoli incantevole di settembreottobre, ma è difficile stabilire quanto abbiano inciso i meriti azzurri e quanto le colpe dei granata, per un tempo tatticamente scombiccherati.
EQUIVOCO Il Torino è partito col petto in fuori. Al calcio d’inizio 7-8 giocatori sulla linea di metà campo, una cosa che di solito fanno le squadre di Zeman, un modo per impressionare gli avversari: «Non abbiamo paura di voi e vi attacchiamo alti». Sì, come no. Finita la coreografia del calcio d’avvio, il Napoli si è impossessato del pallino, è andato presto in vantaggio con Koulibaly, di testa su corner, e ha plasmato l’incontro a suo gradimento. Alla base della mezza disfatta torinista c’è stato l’assetto tattico equivoco della prima frazione, un falso 4-3-3. Baselli aveva l’incarico di andare a pressare e marcare a uomo Jorginho e si alzava di brutto, per cui di fatto il Toro risultava schierato con un 4-2-3-1 sgangherato. Valdifiori, con Baselli trequartista a uomo su Jorginho, si ritrovava interno sinistro su Allan, lui che è un regista posapiano e non possiede il passo mordente del brasiliano, mentre Rincon scivolava su Hamsik dall’altra parte. Ne è venuta fuori una serie di uomo contro uomo, tra fasce e mediana, il modo migliore per suicidarsi contro il Napoli. Un atteggiamento simile può permetterselo una squadra di Gasperini, specialista del calcio aggressivo ad personam. Contro i sarriani, come hanno insegnato le ultime gare, bisogna fare squadra, anzi massa critica, non disperdersi. Non basta la buona volontà della pressione alta individuale, servono movimenti di gruppo. Tra l’altro la marcatura di Baselli su Jorginho non è servita, visto che l’italo-brasiliano è entrato nel secondo gol (assist per Zielinski) e nel terzo (lancio per Mertens da cui l’imbeccata del belga per Hamsik). Da rimarcare il pessimo comportamento della linea difensiva granata, incapace di leggere le situazioni. Enorme la voragine creatasi per lo 0-2, con De Silvestri rimasto a metà del guado: non è salito con gli altri, non ha decrittato l’inserimento di Zielinski.
CORREZIONE All’intervallo Mihajlovic è uscito dall’equivoco del falso 4-3-3. Dentro Ljajic per Valdifiori, un trequartista autentico al posto di un regista costretto per 45 minuti a sbrigare altre e ulteriori incombenze. Con Ljajic tra le linee, in un vero 4-2-3-1, il Toro ha preso un minimo di campo, anche perché la mediana