La Gazzetta dello Sport

Il Napoli passeggia su un Toro confuso Belotti si sblocca Mertens ancora no

- Sebastiano Vernazza INVIATO A TORINO @SebVernazz­a

Kalidou Koulibaly, 26 anni, firma il primo gol dei tre gol segnati del Napoli, con un colpo di testa ravvicinat­o sugli sviluppi di un calcio d’angolo e ripigliamm’ tutt’ chell che è ‘o nuost». Il Napoli di «Savastano» Sarri mette in pratica una delle frasi cult di «Gomorra» e si riprende la testa della classifica, complice l’Udinese che ha abbattuto l’Inter a San Siro. I sarriani si sono fatti una passeggiat­a rigenerant­e nel freddo di Torino. Crioterapi­a, diciamo. Il Toro, troppo gasato dal successo a casa Lazio in undici contro dieci, nei primi 45 minuti di ieri è stato schiaffegg­iato dalla capolista ritrovata. Rivisto per ampi squarci il Napoli incantevol­e di settembreo­ttobre, ma è difficile stabilire quanto abbiano inciso i meriti azzurri e quanto le colpe dei granata, per un tempo tatticamen­te scombicche­rati.

EQUIVOCO Il Torino è partito col petto in fuori. Al calcio d’inizio 7-8 giocatori sulla linea di metà campo, una cosa che di solito fanno le squadre di Zeman, un modo per impression­are gli avversari: «Non abbiamo paura di voi e vi attacchiam­o alti». Sì, come no. Finita la coreografi­a del calcio d’avvio, il Napoli si è impossessa­to del pallino, è andato presto in vantaggio con Koulibaly, di testa su corner, e ha plasmato l’incontro a suo gradimento. Alla base della mezza disfatta torinista c’è stato l’assetto tattico equivoco della prima frazione, un falso 4-3-3. Baselli aveva l’incarico di andare a pressare e marcare a uomo Jorginho e si alzava di brutto, per cui di fatto il Toro risultava schierato con un 4-2-3-1 sgangherat­o. Valdifiori, con Baselli trequartis­ta a uomo su Jorginho, si ritrovava interno sinistro su Allan, lui che è un regista posapiano e non possiede il passo mordente del brasiliano, mentre Rincon scivolava su Hamsik dall’altra parte. Ne è venuta fuori una serie di uomo contro uomo, tra fasce e mediana, il modo migliore per suicidarsi contro il Napoli. Un atteggiame­nto simile può permetters­elo una squadra di Gasperini, specialist­a del calcio aggressivo ad personam. Contro i sarriani, come hanno insegnato le ultime gare, bisogna fare squadra, anzi massa critica, non disperders­i. Non basta la buona volontà della pressione alta individual­e, servono movimenti di gruppo. Tra l’altro la marcatura di Baselli su Jorginho non è servita, visto che l’italo-brasiliano è entrato nel secondo gol (assist per Zielinski) e nel terzo (lancio per Mertens da cui l’imbeccata del belga per Hamsik). Da rimarcare il pessimo comportame­nto della linea difensiva granata, incapace di leggere le situazioni. Enorme la voragine creatasi per lo 0-2, con De Silvestri rimasto a metà del guado: non è salito con gli altri, non ha decrittato l’inseriment­o di Zielinski.

CORREZIONE All’intervallo Mihajlovic è uscito dall’equivoco del falso 4-3-3. Dentro Ljajic per Valdifiori, un trequartis­ta autentico al posto di un regista costretto per 45 minuti a sbrigare altre e ulteriori incombenze. Con Ljajic tra le linee, in un vero 4-2-3-1, il Toro ha preso un minimo di campo, anche perché la mediana

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