L’ITALNEVE CRESCE COL PASSO OLIMPICO
C’è un’Italia che cresce nei tempi giusti sulla strada di PyeongChang e soprattutto ci sono tanti sorrisi azzurri sparsi sulle nevi di coppa del Mondo dopo i piccoli allarmi di inizio stagione. Sfogliando l’album fotografico di un sabato tutto da incorniciare c’è da esaltarsi e anche da inorgoglirsi per la dedica indiretta alla Gazzetta di Sofia Goggia, a cui il secondo posto nel superG di Val d’Isere regala il primo podio stagionale dopo un avvio di Coppa sfortunato. «Gli Awards mi hanno sbloccato, l’anno prossimo facciamoli prima», ha scherzato sul parterre con i suoi collaboratori riferendosi al premio di atleta dell’anno consegnatole martedì a Milano (ieri sera la differita tv su La7). E che dopo tanti mugugni abbia di nuovo voglia di scherzare, la regina bergamasca dello sci alpino lo ha dimostrato quando ha puntato il dito verso la ritrovata vincitrice del superG Lindsey Vonn restituendole il grido «You again» che l’americana le aveva rivolto in occasione della doppietta preolimpica in Corea dell’anno scorso. A proposito di Bergamo giusto specificare sci alpino perché ieri la Città Alta, di nome e di fatto, nello snowboardcross di Montafon ci ha regalato anche la vittoria di Michela Moioli, rigenerata dagli allenamenti in comune con l’amica Sofia che le ha «prestato» il preparatore Matteo Artina.
Tutto fieno in cascina per l’Olimpiade coreana ormai alle porte ma anche per accendere la febbre dello sci, tutta al maschile, delle nostre Alpi dove il quinto e sesto posto di Christof Innerhofer e Dominik Paris nella discesa della Val Gardena sono state solo l’antipasto dei piatti prelibati che gusteremo in Alta Badia (oggi e domani), Madonna di Campiglio (venerdì) e Bormio (dopo Natale). I piazzamenti con cui l’Italia ha festeggiato i 50 anni della classicissima della Saslong valgono oro quanto pesano perché i nostri due discesisti, dopo gli stenti sulle nevi Usa, dimostrano di essere in agguato per i prossimi podi.
Obiettivo per il quale sarebbe pronto lo stesso Peter Fill se riuscisse a chiudere i conti con la sfortuna che ieri sulla sua pista maledetta gli ha infilato un sasso sotto lo sci sinistro costringendolo a imprecare fino al traguardo. Quel che più conta è che dopo tante partenze accelerate, che poi si sono tradotte in qualche delusione negli appuntamenti che contano di metà stagione, quest’anno l’Italsci ha scelto un avvio in progressione chepotrebbe portarci al vertice della forma proprio nell’appuntamento olimpico. Sui picchi di rendimento il nuoto, che non sta tradendo neanche agli Euroindoor di Copenaghen, ha costruito i suoi trofei: lo sci ha un modello da imitare.