Goggia, che liberazione! La Vonn torna a dominare
2a nel superG di Val d’Isère, è il primo podio stagionale: «Le crisi ti fanno crescere». Lindsey a 8 trionfi da Stenmark: «Visto? Non ero scomparsa»
«You again?» dice Sofia Goggia a Lindsey Vonn subito dopo il traguardo, quando la vede sorridente nel box della vincitrice. Sì ancora lei. Anzi, ancora loro: il superG di Val d’Isère, accorciato dopo l’ennesima nevicata, restituisce due campionesse in un colpo solo. Prima Lindsey, alla 78esima vittoria in carriera ma appena alla seconda del 2017, dopo aver iniziato la stagione con un 12°, un 24° posto, due cadute e i dolori alla schiena che sabato scorso a St. Moritz avevano spaventato un po’ tutti. E seconda Sofia, al 14° podio in carriera ma al primo di un’annata olimpica vissuta con addosso la pressione che può avere chi, un anno fa, ne aveva collezionati 13, facendo irruzione nel circuito bianco come una folgore. Terza si piazza la norvegese Ragnhild Mowinckel, che invece ai podi non è abituata e infatti non sa bene quale cosa preveda per lei il protocollo.
IL CLIC Così le dichiarazioni di fine gara dalla statunitense e dell’azzurra possono essere sovrapposte. Sofia racconta quel gesto rivolto a Lindsey. «Ho replicato la scena che lei mi aveva dedicato in Sud Corea. Sono contenta perché entrambe usciamo da un periodo nero, eravamo accomunate da questo senso di insoddisfazione generale. Rispetto alle altre gare, dove ero arrivata con tanta pressione che mi schiacciava, qui ho pensato solo a me stessa, alle cose giuste da fare, senza guardare al risultato. Per me questo per me è un grande passo. È scattato un clic che mi ha ridato leggerezza. Ci pensavo ieri sera (venerdì sera, ndr): dovevo lasciarmi dietro quello zaino di pesi che portavo sulle spalle». Sofia accetta la parola «crisi» ma ora può declinarla al passato. «Crisi significa opportunità, quindi sì, questo periodo mi lascia qualcosa. Quando ci sei dentro è difficile avere la visione giusta, ma si cresce di più nei momenti difficili rispetto a quando tutto va bene».
VERSO FEBBRAIO «Non credevo di essere scomparsa — le fa eco Lindsey Vonn, commossa per la “piccola lacrima” versata dal padre Alan nel parterre —, semplicemente mi era mancata la fortuna. Lo sci c’era, dovevo solo fare le cose giuste e arrivare giù. La schiena? Va meglio, anche se ero ancora un po’ rigida al via. Il mio corpo non è stato al 100% in questo periodo, ma l’importante è stato rimanere forte mentalmente». Lindsey si avvicina così di un passo al record di vittorie di Coppa del Mondo: ora è a 78 contro le 86 di Stenmark. «Ogni vittoria è importante, soprattutto a questo punto della carriera, ma la cosa fondamentale è aumentare la fiducia in vista di febbraio» spiega l’americana, che saltò i Giochi di Sochi per infortunio. La testa è la chiave di tutto, anche Sofia concorda. «Nelle prime porte sono partita un po’ in sordina, lì ci sono alcuni dossi da assecondare, ma l’essere decise salva sempre la pelle. Nelle curve sotto sapevo di fare la differenza, ho cercato di restare tranquilla. La sciata è stata abbastanza buona, ma più importante è il focus in partenza. La continuità non è questione di risultati, ma di essere nella sfera giusta per poter esprimere la performance migliore».
SCHNARF SESTA Si conferma Johanna Schnarf, sesta come a Lake Louise — a St. Moritz era stata settima —, si fa rivedere Anna Hofer — 21esima, miglior risultato dal 2011 — mentre Federica Brignone è 16esima: la valdostana ancora una volta ha la sfortuna di essere fermata pochi secondi prima di uscire dal cancelletto. Oggi gara-bis.