La Gazzetta dello Sport

A Verona per svoltare Gattuso: «Serve fame»

Tecnico sulla trasferta di Verona e i 118 anni del club: «Vorrei tranquilli­tà, per non parlare più di Uefa e caso Donnarumma»

- Alessandra Gozzini INVIATA A MILANELLO (VARESE)

Dopo i casi Gigio e Uefa i rossoneri si affidano a Kalinic e Montolivo. Rino: «Sarà dura, per noi è un campo maledetto»

Oggi è un altro giorno e non ci sono anniversar­i da celebrare. Semmai una tradizione da interrompe­re: dalla fatal Verona Gattuso vorrebbe sì uscire con un altro risultato decisivo, ma magari la sua prima vittoria esterna da allenatore. Sarebbe comunque una ricorrenza, anche se meno importante delle ultime due ricordate ieri: il club che festeggiav­a i suoi 118 anni di storia e il decennale da Yokohama e dal successo sul Boca Juniors che fece del Milan – di Gattuso - la squadra campione del mondo. Sempre ieri è stato il Real Madrid a superare il Gremio e laurearsi di nuovo campione del torneo mentre una debole traccia rossonera si poteva ritrovare nella finalina per il terzo e quarto posto vinta dal Pachuca del panchinaro Honda. Il giapponese ex rossonero è anche l’autore della doppietta che consentì l’ultima vittoria del Milan in casa dell’Hellas, datata ottobre 2014. In panchina c’era allora un altro eroe di Yokohama, Inzaghi - un altro ancora, Kakà, annuncerà oggi il suo futuro - mentre oggi tocca a Gattuso. Oltre a parlare di una coppa conquistat­a dall’altra parte del mondo, sembra soprattutt­o di parlare di un’altra epoca storica con Rino che era protagonis­ta allora e lo è anche adesso: «Al Milan auguro tranquilli­tà, quella che permetta di non parlare del caso Donnarumma o dell’Uefa ma di una squadra che fa risultati importanti. Oggi ai problemi pensano Fassone e Mirabelli che a me danno solo un grande sostegno. L’esperienza è faticosa ma con loro io mi sento al sicuro».

FAME Dell’esordio in trasferta da allenatore del Milan resta l’immagine di Gattuso con le mani in faccia al gol del pari del Benevento ma è meglio ricordare un precedente ancora più recente, e cioè la vittoria di mercoledì scorso in Coppa Italia sempre contro l’Hellas. L’avversario, anche se rivisto e corretto, sarà lo stesso ma per le condizioni che il Milan incontrerà il viaggio somiglia più al primo di inizio dicembre. Rino avverte: «Lo stadio dà loro grande carica ed è la storia che ancora parla e dice che per noi quello è un campo maledetto, io stesso non ho ricordi di grandi partite giocate lì. Sarà difficile, e non è una frase di circostanz­a. Servirà la fame che ho visto in settimana: qui c’è gente che sta ore al campo, magari per fare un esercizio o vedere un filmato in più. Cutrone che scatta all’ultimo secondo della partita di Coppa deve essere la fotografia della nostra squadra. Così come Borini o lo stesso Bonucci che è un martello spettacola­re». Tra i convocati torna Calhanoglu, buono per la panchina: «Di gente che sa calciare ne ho vista ma lui ha una balistica impression­ante e in attacco può fare di tutto».

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GETTY Rino Gattuso, 39 anni, quinta partita alla guida del Milan

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