La Gazzetta dello Sport

Real padrone del mondo E Ronaldo è sempre re

Sesto titolo iridato, il secondo fila, arriva dopo una partita dominata grazie a una punizione di CR7

- Davide Stoppini INVIATO A ABU DHABI (EMIRATI A.)

Una punizione di CR7 stende il Gremio: sesto trionfo per i blancos

L’ha ignorato, perché i campioni veri fanno così. Non si perdono in polemiche da due soldi, si portano via i trofei e lasciano agli altri le parole. Cristiano Ronaldo in fondo l’aveva promesso solo tre giorni fa: «Renato? Gli risponderò in finale». Il 53° gol dell’anno 2017 basta e avanza. Per zittire il tecnico del Gremio che in campo ha giocato un altro sport - il calcio di solito prevede che si provi a tirare in porta, no? - e per alzare al cielo il quarto Mondiale per club personale. Abu Dhabi segna netto il confine della vittoria di Cristiano e del Real Madrid tutto, al sesto titolo iridato di sempre, comprese le tre Interconti­nentali. L’originalis­simo sextete è la degna conclusion­e di una partita che non ha mai avuto una briciola di dubbio sul suo destino. L’uno a zero finale è tanto striminzit­o nel punteggio quanto eccessivo nel divario tecnico tra le due formazioni. E così, quando dopo otto minuti del secondo tempo, Cristiano si è guadagnato una punizione, il gol è parsa a tutti la naturale conclusion­e della vicenda, al netto della beffa di una barriera che si è aperta come neppure i bambini fanno per la paura di una pallonata in volto: pallone in buca d’angolo e giochi fatti.

BARRIERA GALEOTTA Il tabellino dell’incontro spiega benissimo il match, leggibile come fosse uno scout di basket: 17 conclusion­i a 1 per il Madrid. Per inciso: il tiro del Gremio è un calcio di punizione con le tre dita di Edilson, peraltro pure pericoloso, da 40 metri. Il 42-3-1 di Renato è apparso scolastico ma mai in grado di bloccare la superiorit­à numerica in mezzo al campo del Madrid. E così per Casemiro, Kroos e Modric è stato un gioco da ragazzi palleggiar­e in attesa dell’imbucata giusta. In particolar­e per il croato, praticamen­te imprendibi­le per i poveri Jailson e Michel. Proprio lui, a metà del primo tempo, aveva creato la prima vera occasione del Real, portando al tiro al volo Carvajal. Poi era stato Cristiano, al 38’, a sprecare una chance evitando di calciare con il sinistro e tentando il rientro sul destro dopo un rimpallo fortunoso di Benzema. C’era una ragione: il piede caldo di Cristiano era il destro, come poi sperimenta­to a inizio ripresa con la punizione gol, la 34a vincente di Cristiano in carriera con il Real. Perché poi in qualche modo la supremazia andava concretizz­ata. Non foss’altro perché Benzema ancora una volta è girato al largo della porta avversaria. E perché poi può esserci sempre l’episodio che gira la partita al contrario. Al 7’, un minuto prima della rete di Cristiano, il Gremio s’era affacciato in area spagnola. E non sarebbe stato uno scandalo se l’arbitro messicano Ramos avesse assegnato un rigore ai

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